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Il dono di Ortenzo, anima generosa
Un amore che va oltre tutto:
«Parte di lui è ancora qui con noi»

ASCOLI - La famiglia del 59enne scomparso lo scorso giugno dopo un incidente sul lavoro ha deciso di aiutare chi è malato dicendo sì alla donazione degli organi. La figlia Eleonora ha cercato e trovato uno dei riceventi: «Avrei voglia di conoscerli e abbracciarli tutti, ma so che non è semplice farsi avanti. Nel caso volessero, però, io sono qui». Una storia che commuove e insegna
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di Luca Capponi 

 

«Mio padre era una persona buona, generosa, sempre sorridente e dalla battuta pronta. Ogni giorno sono qui, ad aspettare ancora che torni a casa».

Le parole di una figlia possono scaldare il cuore. Possono insegnare. E, perché no, indicare la via a chi non riesce più ad andare avanti. A chi vive un dolore, una difficoltà che sembra insormontabile.

Ortenzo ed Eleonora in una foto di qualche anno fa

Eleonora è una figlia che ha perso il papà. Lo scorso giugno, a 59 anni, Ortenzo Bruni se n’è andato all’improvviso, vittima di un incidente sul lavoro. Un dolore incredibile per tutta la famiglia. Che però non ha impedito di operare una scelta coraggiosa, ammirevole, lucida. Donare gli organi. Restituire la vita. Far germogliare il dolore in modo nobile. Ridare speranza: «Lui avrebbe voluto così».

Così papà Ortenzo adesso vive ancora. Ma in un modo diverso. Indelebile, sì, nel ricordo. Legato ad altre vite da una linea invisibile ma forte, eterna, universale. Reni, cuore, occhi, fegato. Ad aiutare chi non ce la fa, attraverso un trapianto.

Eleonora, 27 anni e un carattere forte, deciso, sensibile, è orgogliosa del padre.

«A me basta che stiano tutti bene, questo è ciò che conta. Avrei voglia di conoscerli e abbracciarli tutti, ma so che non è semplice farsi avanti o metabolizzare un evento del genere. Nel caso volessero, però, io sono qui».

Poche parole e un appello lanciato sui social. Che come al solito, quando non fanno danni, sono buoni anche a qualcosa. Eleonora conosce e incontra uno dei “riceventi“. Uno di quelli che è guarito grazie a papà. Grazie al suo rene non è più in dialisi. Si spinge fuori regione per andare a conoscerlo. Nasce qualcosa, un legame, un sentimento che è difficile da descrivere fino in fondo.

«È come se una parte di lui fosse ancora qui, e per tutti noi è molto importante. Sembra una frase fatta ma solo chi vive una situazione del genere può capire» racconta riferendosi a mamma Pasqualina, al fratellino Leonardo (11 anni) e alla figlia Giorgia, 8 anni appena compiuti.

«Abbiamo festeggiato il compleanno a casa della famiglia del ricevente, a cui abbiamo ricambiato la visita dello scorso settembre -continua-. Anche lui voleva vedere che faccia avesse mio papà e conoscere tutti noi. Una volta trovato grazie anche all’aiuto di alcuni parenti che vivono ad Ascoli, non ha esitato un attimo a chiamarmi e a incontrarmi. Si è creato un rapporto speciale, naturale, ci sentiamo quasi ogni giorno; non è come riavere mio padre, ma con loro mi sento in famiglia».

Ortenzo Bruni

Il ricevente dell’altro rene, invece, Eleonora non l’ha ancora incontrato. «Ci siamo sentiti telefonicamente, non serve forzare le cose, quando sarà tempo ci vedremo -aggiunge la ragazza-. Stessa cosa per le altre tre persone, che sarebbe bello trovare prima o poi. Io provo a cercarli, e spero di riuscirci. Poi il tempo farà il resto».

Tra queste, ci sono anche un signore di 60 anni che ha ricevuto un cuore nuovo e un ragazzo di 16, che si è salvato grazie al trapianto di fegato.

Ortenzo aveva un motto, una frase che ripeteva sempre e che sta incisa sulla sua lapide: “Non mollare mai”. Perfetto esempio per chi è guarito grazie a lui. E per chi è ancora in attesa di un trapianto. Mai cedere allo scoramento.

Anche Eleonora è così. Non molla. E lo fa senza egoismi. Senza anteporre sé e il suo dolore davanti al resto. Nutrendo un profondo rispetto per la vita. Perché ne conosce appieno il valore.

«Il ricordo di papà mi spinge ad andare avanti, conoscere queste persone me lo fa sentire vicino -ribadisce-. Con mio fratello e mia figlia siamo stati onesti sin da subito, dicendo loro la verità. Giorgia lo cerca sempre, l’altro giorno in occasione del compleanno avrebbe voluto gli auguri del nonno ed io le ho detto che c’erano solo quelli della nonna, preziosi anche quelli».

Di sicuro, anche se chi scrive non conosceva Ortenzo, il papà sarà più che contento di una figlia così. Che nessuno ha voluto lasciare sola in questi mesi. Facile a dirsi, in circostanze luttuose, meno facile a farsi quando la vita riprende il suo scorrere quotidiano.

«Voglio ringraziare le tante persone meravigliose che continuano ad esserci vicini, amici e conoscenti di papà, così come tutto il paese di Mozzano -conclude Eleonora- Continuano a manifestarci un affetto che va oltre il momento, e non era affatto scontato».

O forse sì. Soprattutto per uno come Ortenzo, che al mondo ha seminato bontà d’animo e di cuore. Ricevendo indietro amore incondizionato. Di quelli che vanno oltre tutto.

 

 

 

 


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