di Maria Nerina Galiè
Faccia a faccia con il Covid: c’è anche questo, adesso, nella vita di Guido Castelli, assessore regionale delle Marche, ex sindaco di Ascoli, pronto a “confidare” le sue emozioni, insieme al racconto di come convive con il virus che da due anni ormai sta mettendo in ginocchio l’Italia.
Lunedì scorso la conferma della positività, durante la riunione di Giunta, in Ancona. Sta bene, ed è questo che conta.
Ma l’esordio e la conclusione sono accomunati da un doppio appello: «Ci vuole attenzione. E’ necessario rispettare le regole di prevenzione».
E ancora: «Il vaccino fa la differenza, sono i dati a dirlo. Il vaccino ci permette di tenere sotto controllo le ospedalizzazioni, che adesso sono di 7 volte inferiori rispetto allo scorso anno».
Assessore, lei quindi si è vaccinato.
«Certo. Avrei anche fatto la terza dose allo scadere dei sei mesi dalla seconda, del 15 giugno».
Dalla scoperta della positività sono ormai trascorsi 6 giorni. E’ accaduto proprio mentre, con il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e gli altri assessori, si discuteva di Sanità.
«Ho appreso il risultato – ricorda Castelli – e subito ho alzato la mano per parlare ai colleghi: “Scusate, devo darvi una comunicazione importante, sono positivo al Covid”».
Facile immaginare la reazione dei presenti, tra lo sgomento, le manifestazioni di vicinanza ed una legittima apprensione personale. Infatti tutta la Giunta Acquaroli si è messa in isolamento volontario. E farà il tampone prima di tornare al lavoro in presenza.
Ma il più stupito, senza dubbio, è stato l’assessore Castelli.
«Il Covid è infido, imprevedibile, sorprende. Lo dice la letteratura scientifica. Ho fatto il tampone non per episodi che mi hanno visto coinvolto in occasioni poi rivelatesi focolai.
Da domenica – è sempre l’assessore regionale che parla – avevo sintomi simili all’influenza. Lievi. Ma come la maggior parte degli uomini – ammette sorridendo – sono ipocondriaco. Quindi ho voluto accertarmi. Credevo davvero che il risultato fosse negativo».
Qual è stato il suo primo pensiero appena scoperto di essere positivo.
«Devo dirlo a mia moglie. Mi devo organizzare per gestire questa cosa. Pensavo così mentre, altro non avrei potuto fare, raccoglievo le mie cose per tornare subito a casa».
A casa, dove vive isolato dal resto della famiglia, passando le sue giornate in una camera con bagno.
«Mia moglie e mio il figlio sono in quarantena, ma negativi al primo tampone di controllo. Dovranno fare il secondo per tornare “liberi”.
Mi portano i pasti. Evito anche di entrare in contatto perfino con il nostro cane, perché se lo accarezzo temo possa diventare veicolo del virus».
Ma non si annoia l’assessore con deleghe a Bilancio, Ricostruzione e Aree di crisi della Regione Marche.
«Anzi, posso dire che lavoro più ore di prima perché ho azzerato le ore in auto: sono operativo dalle 8,30 alle 22,30 senza sosta, tra incontri online e telefonate. Però certo, questa vita non è facile. Rischio una sorta di alienazione. Peggio che durante il lockdown. In quei giorni almeno stavo con la famiglia, avevo tutta la casa a disposizione e la consapevolezza di poter uscire per casi particolari. Adesso… cammino solo intorno al letto».
Cosa le manca di più, oltre al contatto umano naturalmente.
«Andare in bicicletta. Ho anche l’attrezzatura per pedale e correre indoor. Ma evito di toccarla, sempre per non infettarla».
Come si sta curando, assessore?
«Sono quasi asintomatico. Non ho mai preso nemmeno la tachipirina. Su consiglio del mio medico di famiglia e della dottoressa Tiziana Principi (direttore del Dea dell’Area Vasta 5 della Rianimazione anche Covid del “Madonna del Soccorso”, ndr) sto prendendo vitamina C e D e melatonina».
Uno stop forzato per Guido Castelli, abituato a fare la spola, durante la settimana, tra Ascoli dove vive, Ancona e i luoghi del cratere sismico. I fine settimane, conteso tra un evento e l’altro. A proposito assessore, nel fine settimana precedete alla conferma della positività, ha partecipato ad incontri e manifestazioni?
«Si, ed ho informato il Servizio igiene e sanità pubblica di tutti i miei appuntamenti, indicando i nomi delle persone con cui sono entrato in contatto, seppure ho adottato ogni misura di prevenzione. E’ quindi partita l’indagine epidemiologica. Da quello che so, nessuno è risultato contagiato».
C’è stata preoccupazione per le eventuali, severe, conseguenze del contagio?
«Premetto che ero quasi certo di essere negativo dopo il tampone e che la mia fosse solo una paura infondata. Poi, una volta saputo che invece ero positivo, nel segreto del mio intimo ho avuto un po’ di timore. Ho sperato di non incorrere nel febbrone o in un’infezione seria. Devo dire anche che sono stato molto contento di essermi vaccinato».
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