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Pneumo Covid o personale dedicato
in Ot Rossa al “Mazzoni”: «La scelta
volta a garantire il miglior servizio»

ASCOLI - La cabina di regia per la gestione dell'emergenza in Area Vasta 5 sta valutando diverse opzioni, in ragione del piano pandemico ma delle richieste di cure ospedaliere, in vista dei giorni di festa. Il reparto Pneumologia, dove si sta provvedendo a dimettere i pazienti, sarà in prima linea
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Il retro della palazzina del centro Trasfusionale, che ospiterà la Pneumo Covid

 

di Maria Nerina Galiè

L’ordine di riaprire la Pneumo Covid di Ascoli – come da piano pandemico regionale – era già partito alla fine della scorsa settimana, ma non c’è ancora una data certa di quando avverrà. Tante le questioni da risolvere ed una la incognita più grande: come si comporterà il Covid nei prossimi giorni?

Rimettere in moto una tale macchina, sacrificando reparti, può rivelarsi uno spreco di risorse, già contingentate, con il virus che – come è fin dal suo esordio – manifesta i suoi effetti a intermittenza o meglio, come una scheggia impazzita.

Ci sono giorni in cui il Pronto Soccorso si intasa di richieste e giorni di calma piatta. Quindi che fare?

«L’importante è mantenere la calma ed agire con razionalità», dicono dalla cabina di regia, senza un capo in questo momento specifico ma attiva su compiti e responsabilità, e che tuttavia ieri, 21 dicembre, hanno dato il via alla ricognizione del reparto, rimasto chiuso  dall’estate scorsa, per ripristinare il percorso,

«Saranno prese le decisioni per non penalizzare i reparti e garantire le migliori cure per i cittadini», sono ancora le parole dei principali referenti della Sanità picena.

La Pneumo Covid non avrà più 18 posti come lo scorso anno, ma 14. Una stanza con due letti, ma che ha il macchinario per la dialisi, sarà mantenuta tale, per pazienti contagiati che potrebbero averne bisogno. Due letti saranno lasciati per i pazienti esterni che dovranno essere sottoposti alla terapia con anticorpi monoclonali.

Da settembre se ne effettuano costantemente 4, 5 al giorno. Gli effetti? In tanti dopo la somministrazione hanno evitato il ricovero. Un 5, 7 % delle persone curate con i monoclonali invece è andato comunque in ospedale. 

Il reparto dedicato ai contagiati sarà appannaggio della Pneumologia del “Mazzoni”, guidata dal primario Vittorio D’Emilio. Lì al momento ci sono 21 pazienti e sono iniziate le dimissioni di quelli che possono tornare a casa.

Altri, se il personale sarà completamente adibito alla Pneumo Covid, sarà preso in carico da altri reparti come Medicina e Geriatria o Rsa. Poi ci sono i turni di notte da coprire, Pneumologia segue l’orario h12.

E’ ormai noto che il personale sanitario è scarso, stanco e, a ridosso delle festività natalizie, ha diritto anche alle ferie. Sempre senza lasciare scoperto il servizio. Come quello del Pronto Soccorso, che si guarda con una certa preoccupazione in vista dei giorni rossi di calendario: meno operatori ed il rischio di intasarsi se, tra 24 e 26 dicembre arriveranno tante richieste di cure dai Covid.

E gli infermieri, costretti a dividersi tra il percorso pulito e i 9 posti più 2 per eventuali intubati dell’Ot rossa, hanno già emesso più di un grido di allarme. E di richiesta di aiuto.

Allora – è una delle ipotesi prese in considerazione dalla cabina di regia dell’Area Vasta 5 – è possibile che il personale della Pneumologia si prenda cura dei pazienti Covid, direttamente nell’apposita area a loro riservata al Pronto Soccorso.

Dipende tutto dai numeri dei ricoveri, al “Mazzoni” di Ascoli, ma anche al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Se si mantengono “gestibili” senza sovraccarico per gli operatori, si continuerà così.

«Irrazionale” aprire un nuovo reparto, con tutto quello che ne consegue e magari con la necessità di chiudere o ridimensionarne altri, per utilizzare 4 posti». C’era l’idea di riaprire la Pneumo Covid a moduli, intanto 7, 10 posti. Ma anche qui, la scelta potrebbe rivelarsi poco razionale: «Una volta che il reparto è stato riaperto, inevitabilmente lavorerà a pieno carico, per tutto il Piceno e per la rete regionale».



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