La Camera Penale “Ugo Palermi” di Ascoli dichiara il proprio stato di agitazione e si riserva l’adozione di ogni altra misura vista la situazione «che si protrae ormai inspiegabilmente da troppo tempo». Il direttivo ha preso carta e penna e scritto al ministro della Giustizia, al presidente del Tribunale di Sorveglianza di Ancona, al direttore del Dap Nazionale e Regionale, al direttore del carcere di Ascoli, alle Camere Penali nazionali.
L’ingresso del Tribunale di Ascoli
Lo ha fatto dopo «aver rilevato il sempre più frequente e prolungato ritardo con il quale gli enti e gli uffici preposti rispondono alle richiesta da parte del magistrato di Sorveglianza di Macerata, con ciò determinando enormi ritardi nella concessione (o nel diniego) delle misure alternative alla detenzione».
La lettera della Camera penale ascolana prosegue così: «In particolare , il settore educativo (educatori ed assistenti sociali) della casa circondariale di Ascoli è quello in maggiore ritardo (anche di mesi) in tale adempimento doveroso. Ci sono sempre più detenuti in attesa di sapere se potranno (o meno ) uscire dal carcere solo perché gli educatori non informano il magistrato dello stato della rieducazione.
Il carcere ascolano di Marino del Tronto
Tale attesa è ancor più grave in un momento pandemico , come quello attuale, nel quale sarebbe assai opportuno liberare il carcere di quei detenuti (si intende: che abbiano diritto) che hanno avviato il loro reinserimento e che sono prossimi alla fine della pena (per dirla in modo semplice)».
«Inoltre , appare assai opportuno dotare questa provincia di un magistrato e di un Ufficio di Sorveglianza, oltre che di un Ufficio per l’Esecuzione Penale Esterna (Uepe). Questi sono ubicati solo a Macerata ,dove non c’è alcun Istituto di pena, sia per il carcere di Fermo che quello di Ascoli, rendendo così più complicato – si conclude la lettera – l’espletamento delle funzioni che invece riguardano solo cittadini e detenuti della provincia di Ascoli e di Fermo (Ancona ha altri uffici)».
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