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“Tonino il barbiere”
abbassa la serranda
per l’ultima volta

ASCOLI - Simbolo della resilienza, aveva deciso di lasciare dopo che il terremoto nel 2016 lo costrinse a lavorare nella vecchia “bottega” di Via Nicolò IV puntellata. Poi il trasferimento in Corso Mazzini-Piazza Sant’Agostino dove ora chiude il 2021 salutando tutti e appendendo al chiodo pettine, forbici e pennello. Merita un encomio dal Comune
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Tonino Santamaria

 

di Andrea Ferretti

 

Ancora poche ore e abbasserà la serranda. Ma domani pomeriggio, venerdì 31 dicembre, non lo farà perché è il momento della chiusura giornaliera, quella che tutti anticipano in vista del cenone di San Silvestro e del Capodanno.

Lo farà, invece, per l’ultima volta perchè cessa l’attività. Ed è così che se ne va un altro pezzo di un Ascoli che non c’è più, pietra miliare del commercio cittadino in un centro storico sempre più desolatamente desertificato. Lui è Tonino Santamaria, da tutti conosciuto come “Tonino il barbiere”. Già uno di quelli – ne sono rimasti pochissimi – che ancora fanno la barba, usanza-rito del tempo che fu. Tonino ripone dunque nel cassetto pettine, forbici e pennello per godersi finalmente la meritata pensione.

Davanti il suo negozio

Dal primo gennaio l’attività di Corso Mazzini, che si affaccia su Piazza Sant’Agostino, sarà un ricordo. Tonino ha trascorso gran parte della sua vita prima nella barberia che condivideva con Piero Melloni, sempre in Corso Mazzini, pochi metri più giù in direzione Piazza del Popolo.

Poi, da solo, e ancora per tanti anni, nella piccola “bottega” di Via Nicolò IV-angolo Via delle Torri. Fino a che il terremoto del 2016 lo mise nelle condizioni di abbandonare e, vista l’età, chiudere per sempre. Ma lui, imperterrito, continuò a lavorare districandosi come se nulla fosse in quei pochissimi metri quadrati tra i puntelli di ferro e legno che rinforzavano pareti e soffitto del locale. Rinviata la decisione di ritirarsi.

Nel locale di Via Nicolò IV tra i puntelli del terremoto

La sua bottega fu addirittura ribattezzata “la barberia del terremoto” diventando una sorta di attrazione per i turisti, soprattutto stranieri. Non poteva essere altrimenti, solo a guardare quell’uomo, non più giovane, che lavorava in condizioni proibitive sfidando tutto e tutti. Alla fine decise di dire basta, ma furono numerosi i clienti e gli amici a convincerlo di ripensarci.

E allora Tonino – oggi 79 anni all’anagrafe ma 60 solo a vederlo o a scambiarci quattro chiacchiere – padre e nonno, si spostò di pochi metri nell’attuale bottega che prima di lui era occupata da un vecchio collega che aveva cessato l’attività.

“Tonino il barbiere” cominciò a lavorare che non aveva ancora compiuto dieci anni, per cui affermare che fa il barbiere da settant’anni non è affatto esagerato. Era un bambino: scuola al mattino, bottega nel pomeriggio, nella sua Porta Cappuccina, il quartiere dove è ormai un’icona anche se la vita lo ha portato a trasferirsi a Monticelli.

A quella zona di Ascoli è comunque sempre rimasto molto legato tanto che, fin dalla prima edizione del 1955, è stato un quintanaro doc indossando per decenni il costume gialloblù di Porta Solestà. Il Sestiere di cui è stato per tanti anni anche membro del comitato e organizzatore di numerose iniziative.

L’Amministrazione comunale, come minimo, dovrebbe salutarlo con un encomio. Del resto, chi più di lui è simbolo del lavoro e della tenacia? Qualità che ha avuto la fortuna e la bravura di poter spalmare a cavallo di due millenni.


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