facebook rss

L’operazione “Green Pack” si allarga:
dopo l’arresto del medico,
15 perquisizioni e cellulari sequestrati
(Foto e video)

ASCOLI - Scandalo in Area Vasta 5 per la vicenda che ha visto protagonista il dottor Giuseppe Rossi. Ai domiciliari una persona che faceva da interlocutore. Sono 150 le attestazioni di avvenuta vaccinazione con conseguente rilascio di certificazione verde a 73 persone. Sequestrati anche i corrispondenti QR Code presso il Ministero della Salute. L'inchiesta, iniziata dai Carabinieri a settembre, è coordinata dal procuratore capo della Repubblica Umberto Monti. Le parole della presidente dell'Ordine dei medici Fiorella De Angelis
...

Il materiale sequestrato

 

di Andrea Ferretti

 

L’esecuzione dell’ordinanza effettuata questa mattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Ascoli è frutto di ciò che ha messo il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ascoli su richiesta del procuratore capo della Repubblica Umberto Monti.

Il Comando dei Carabinieri di Ascoli

In carcere è finito il dottor Giuseppe Rossi, 67 anni, ascolano, medico di Medicina Generale, convenzionato con Area Vasta 5, che deve rispondere delle ipotesi di reato di peculato per le 120 dosi vaccinali ritirate dal Centro vaccinale di Ascoli delle quali, si ritiene, si sarebbe poi disfatto non inoculandole.

Ma c’è anche il reato di falso indotto in atto pubblico riguardo a 150 attestazioni di avvenuta somministrazione di dosi vaccinali  – somministrazioni che la Procura ritiene non avvenute – con conseguente rilascio da parte del Ministero della Salute della certificazione verde di avvenuta vaccinazione, i “green pass”, a 73 persone. Certificazione che, dunque, è ritenuta falsa.

Agli arresti domiciliari è finita anche una delle 73 persone che avevano ottenuto in questo modo il “green pass”, in relazione all’ipotesi di falso in concorso con il medico riguardo al proprio “green pass” e  ai “green pass” di altre persone rispetto alle quali, è ipotizzato, si poneva come intermediario verso il medico.

Sono stati sequestrati 73 “green pass” ritenuti falsi con sequestro dei corrispondenti codici sorgente “QR Code” presso il Ministero della Salute.

Inoltre i Carabinieri, sempre su disposizione della Procura, hanno eseguite 15 perquisizioni a carico di altrettanti  soggetti sequestrando telefoni cellulari e altro materiale ritenuto utile per la ricostruzione della vicenda.

L’ingresso del Centro vaccinale a Pennile di Sotto in un fermo immagine dei Carabinieri appostati a pochi metri in Piazza Strulli a Pennile di Sotto

Per questi possessori dei “green pass” ritenuti falsi, viene ipotizzato il reato di  falso (in concorso con il medico) in relazione al proprio “green pass”.

Inoltre il medico è sottoposto ad indagine anche per tentata truffa aggravata ai danni dell’Asur riguardo agli emolumenti previsti per ciascuna dose di vaccino somministrata.

Il procedimento è  stato innescato dall’attività investigativa portata avanti dai Carabinieri della Stazione di Ascoli che all’inizio hanno rilevato alcune anomalie nelle modalità di vaccinazione seguite dal medico sottoposto ad indagine.

Anomalie che sono state rilevate dalla stessa Asur: un numero di vaccinazioni eseguite, notevolmente più elevato  rispetto a quelle effettuate da altri medici convenzionati.

Le vaccinazioni sono state effettuate in gran parte a soggetti che non erano propri assistiti e, in certi casi, anche a pazienti provenienti da fuori regione. Con tempi ritardati rispetto a quanto prescritto per l’inserimento delle attestazioni di avvenuta vaccinazione nel sistema informatico del Ministero della Salute.

Il procuratore capo di Ascoli Umberto Monti

Le indagini si sono sviluppate tra settembre e dicembre attraverso servizi di osservazione e pedinamento, riprese video e acquisizioni documentali per verificare se nelle ore successive al ritiro delle dosi vaccinali da parte del medico (entro le quali tassativamente doveva essere effettuata l’inoculazione) vi fosse stata la somministrazione delle stesse ai pazienti.

Somministrazione poi attestata dal medico e inserita nella piattaforma informatica ministeriale attraverso la quale veniva poi rilasciato il “green pass”. Le indagini hanno anche monitorato e ricostruito i rapporti e gli accordi tra i vari soggetti coinvolti e il loro ruolo.

Alla fine i Carabinieri del Nucleo Investigativo e del Nucleo Operativo, insieme ai colleghi della Stazione Carabinieri hanno raccolto gravi elementi  per ritenere che le 120 dosi vaccinali prelevate dal medico, tra la fine di settembre e i primi di dicembre, non erano state somministrate e che, quindi, erano false le attestazioni di avvenuta vaccinazione che il medico inseriva nel sistema informatico del Ministero della Salute nello stesso periodo, con falsi corrispondenti “green pass” rilasciati.

L’ingresso del Tribunale di Ascoli

Le misure cautelari personali applicate sono state emesse in relazione alle esigenze di genuina acquisizione delle prove mentre sono state previste misure minori, una volta soddisfatte le esigenze probatorie, riguardo al pericolo di reiterazione del reato.

Le attività di indagine sono tutt’ora in corso. Se ne stanno occupando il Nucleo Investigativo e altri Reparti del Comando provinciale dei Carabinieri, per ricostruire con esattezza ogni aspetto della vicenda.

Nei prossimi giorni per i due arrestati è previsto l’interrogatorio di garanzia da parte del giudice per le indagini preliminari.

Intanto la presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Ascoli, Fiorella De Angelis, si è detta sgomenta di quanto accaduto ed ha annunciato l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del medico. «Purtroppo – dice la dottoressa De Angelis –  c’è un venti per cento della popolazione che è restia a seguire la scienza e che, forse in questo, i medici non sono stati bravi a comunicare».

 

False iniezioni di vaccino e green pass taroccati: arrestato un medico



Articoli correlati


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X