di Maria Nerina Galiè
«La pandemia ha richiesto un grosso impegno al sistema sanitario. Le Marche hanno raggiunto performance importanti, siamo primi nella somministrazione della dose booster e nelle monoclonali, ma questo è stato frutto di un sforzo enorme.
Il vero problema ora non sono le code agli hub vaccinali, gli urp che non rispondono e le liste di attesa.
Si, c’è anche tutto questo e dovremo lavorarci.
Le proteste sono il sintomo di un disagio generale che si vive a causa della pandemia e, soprattutto, dell’incertezza del lavoro.
Spetta agli operatori della sanità mettere in sicurezza i cittadini, contro il Covid, ma anche contro tutte le altre patologie, per far ripartire l’Italia. La salute è il presupposto per garantire i livelli efficienza».
L’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, ha fatto un intervento lunghissimo ieri, 15 gennaio, ad Ascoli, dove ha partecipato alla presentazione del nuovo direttore di Area Vasta 5, Massimo Esposito, e del primario di Urologia, Giulio Milanese, con l’avvio della direzione universitaria di Ascoli, a seguito di una convenzione tra Regione e Università Politecnica delle Marche.
Come un fiume in piena Saltamartini ha elencato le criticità del momento, ma ha indicato la strada che l’Ente da lui rappresentato intende intraprendere per tentare di risolverle.
«Non siamo in campagna elettorale – sono le parole di Saltamartini – o in una piazza a protestare. Noi classe dirigente, non più sotto una bandiera politica, abbiamo il dovere di riportare il dibattito sul piano dei fatti.
Con il presidente Acquaroli abbiamo chiesto un rendiconto preciso dei fabbisogni che sarà utile a ripensare gli investimenti. Rivedremo con i sindaci la legge 13 (sugli aiuti per la pandemia). Lunedì prossimo porterò in Giunta il Pnrr per la Sanità».
I POSTI LETTO PER COVID – «Mi sento dire di riaprire il Covid Hospital di Civitanova – afferma Saltamartini -. Non lo farò, perché andrei a sottrarre gli anestesisti alle altre cure, a cardiopatici, a malati di tumore».
VACCINI – «Un anno fa avevamo 260 pazienti in terapia intensiva. Grazie ai vaccini, oggi ne abbiamo 56 su 253 disponibili. Ciascuno è libero di fare le proprie valutazioni. Ma è per i vaccini – sottolinea l’assessore alla Sanità della Marche – che ora si vede la luce in fondo al tunnel. Ci sono stati conflitti di idee che venivano dallo stesso mondo scientifico. Questo non ci deve meravigliare, la scienza non è mai perfezione o sempre univoca, esiste perché le tesi si possano confutare. Alla domanda, ora: vaccini sì o vaccini no? Dico sì, lo abbiamo visto, funzionano. Per la stragrande maggioranza ora, nelle terapie intensive ci sono i non vaccinati».
CARENZA DI PERSONALE SANITARIO – «La carenza di personale. E’ vero, è un problema. Nel prossimo consiglio regionale dovrò rispondere almeno a 30 interrogazioni sull’argomento. Spesso mi trovo a ripetere, frasi di circostanza alle istituzioni. Ma la causa è da imputare alla compressione della spesa pubblica, imposta nel 2012 dall’Europa all’Italia. L’effetto, adesso, è che mancano i medici, della continuità assistenziale, di famiglia, ma anche al Pronto Soccorso e al 118.
E’ questo – continua Saltamartini – un grande tema con cui dovremo convivere per i prossimi mesi, forse anni. Come risolvere? Con la telemedicina, il teleconsulto, il monitoraggio attraverso le centrali operative. Poi è emerso che, nel rinnovo dei contratti collettivi dei medici di medicina generale, è possibile prevedere l’impiego di qualche ora nei Distretti Sanitari e nelle Case della Salute.
Ora, non si può puntare l’attenzione sui tempi di vestizione e svestizione del personale sanitario: sono briciole di fronte alla partita della contrattazione collettiva. Pensiamo invece ai turni di notte, pesanti al punto che non si possono fare continuativamente per oltre 15 anni, e ai festivi.
Riconosco l’impegno degli operatori, da oltre due anni in prima linea nella lotta al virus. E’ mia intenzione dedicare una giornata al ricordo degli operatori morti a causa del Covid.
Dobbiamo riorganizzare il sistema e rimettere in piedi una rete, premiando il merito. E tenendo conto delle vere esigenze dei territori».
INVENSTIMENTI SUI NUOVI OSPEDALI – Saltamartini: «Abbiamo fatto una scelta a seguito delle elezioni: no all’ospedale unico nel Piceno, perché ci sarebbe stato un allontanamento dal concetto degli ospedali di prossimità di cui i cittadini hanno bisogno. Nella provincia di Ascoli devono esserci due ospedali, di pari dignità, di primi livello, con Dea di primo livello.
Il secondo passo, nel decidere di finanziare gli ospedali di Pesaro e Macerata, è stato quello di pensare al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Poi sarà il territorio a decidere se fare un ospedale nuovo o modificare quello esistente. Con la clinica universitaria abbiamo intanto iniziato un percorso di ricerca applicata, che andrà garantito e rafforzato attraverso la realizzazione delle reti cliniche di tutte le Marche, anche per compensare mancanza di medici.
Ora, la domanda è: perché il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto e non il Mazzoni” di Ascoli? Rispondo: il “Mazzoni” non è così obsoleto. Anzi, qui ci sono eccellenze e qui sono stati raggiunti livelli produttivi che rappresenteranno un modello per determinare gli altri ospedali primo livello».
«Omicron, malignità più bassa Ma solo con il vaccino si riduce la circolazione» (Video)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati