di Maria Nerina Galiè
Tamponi e quarantene potrebbero presto diventare solo un brutto ricordo, perché la «pandemia è nella fase di controllo, ma si deve arrivare all’eliminazione del Coronavirus, che non vuol dire però eradicazione».
I commenti sulla situazione attuale sono del dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5 che di recente, a Cronache Picene, aveva anticipato i temi adesso al centro delle scelte verso cui si stanno orientando sempre di più gli organi di Governo: la distinzione tra positivi e basta – gli asintomatici o quasi – e malati che, per fortuna, dovrebbero essere sempre meno gravi. (Alla fine il Covid – aveva detto il direttore del Dipartimento di prevenzione – arriverà ad essere come una normale influenza, che pure è contagiosa e pericolosa per i fragili e gli anziani. Lo sarà meno per le persone sane»).
Partiamo, appunto, dal nuovo vaccino, nome commerciale Nuvaxovid. Di che si tratta ed in cosa è diverso dagli altri, dottor Angelini?
«Come tutti gli altri è stato testato su efficacia e sicurezza. Sono ale stesse anche le controindicazioni. Sarà, in base alle attuali direttive, somministrabile dai 18 anni. Si farà in due dosi, a distanza di 21 giorni.
Il nuovo vaccino è realizzato con una tecnologia che si può definire “tradizionali”, e cioè del Dna ricombinato. La stessa, ad esempio, utilizzata per i vaccini contro l’epatite B ed il papilloma virus. In più è “adiuvato”, come alcuni vaccini anti influenzali. In sostanza, contiene la proteina Spike, o frammenti di essa, ed è potenziato con sostanze per aumentano la stimolazione del sistema immunitario».
Può considerarsi un vaccino più potente, anche contro la variante Omicron?
«Per adesso si presenta più efficace, ma la conferma si avrà solo con gli studi sul campo. Sembra anche che questo vaccino vada a stimolare anche sulla memoria immunologica. Quindi il suo effetto potrebbe essere più duraturo».
Pensa che il farmaco della Novavax sarà meglio accolto da chi ancora diffida degli altri?
«Tra le tante “bufale” circolate tra i no vax per dissuadere le persone dal vaccinarsi, c’è quella che vede l’Rna messaggero, di Pfizer e Moderna, interferire con il corredo genetico. Preciso che non è vero nulla. Ma per chi crede in questa motivazione, può stare sicuro: il Nuvaxovid non è caratterizzato dall’Rna messaggero».
Che fine hanno fatto i vaccini AstraZeneca e il Janssen?
«La loro caratteristica era di essere a vettore virale. Non se parla più. Noi, in Area Vasta 5 non lo abbiamo. Non escludo che sia stato ritirato dal mercato».
Positivi e malati: con le nuove regole su tamponi e quarantene già vengono considerati in maniera diversa. «Presto – è sempre il direttore del Sisp che parla – i positivi asintomatici dovranno rispettate solo 5 di quarantena, per poi essere liberi, senza il tampone negativo per l’uscita. Lo precisano gli studi più recenti: il contagio può avvenire nelle 48 ore prima della positività e fino a tre giorni dopo. Dare 5 giorni dalla conclamazione è un tempo ritenuto sufficiente per non infettare».
Ha parlato di fase di controllo, dottore. Quali sono dottore tutte le fasi della pandemia?
«C’è quella di crescita, a cui abbiamo assistito dall’esordio, nel 2020, fino ad ora. Anche nei periodi di rallentamento dei contagi. Poi c’è il controllo, il contenimento. Lo stiamo verificando adesso. E questo è per merito del vaccino. Si potrà arrivare all’eliminazione, che è la fase in cui il virus non circolerà più in determinate aree, ma ci sarà ancora. L’ultimo step è l’eradicazione: il virus non esiste più. Ma solo con il vaiolo si è raggiunta l’ultima fase».
Questo vuol dire che dovremo convivere con il Coronavirus, presumibilmente.
«Sì. Con tali numeri di contagiati ed una così alta percentuale di vaccinati, siamo ormai vicini all’immunità di gregge. I vaccini hanno ed avranno un ruolo fondamentale, soprattutto in difesa delle persone fragili».
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