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Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno,
crescono le cause di nullità matrimoniale

MATRIMONI - La durata media dei matrimoni esaminati è di oltre 7 anni: se da un lato ci sono molti matrimoni che finiscono entro i primi 5 anni di convivenza coniugale, ci sono anche 13 casi in cui hanno avuto una durata di oltre 15 anni.
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Il Tribunale Ecclesiastico Regionale Piceno ha presentato i dati relativi all’attività dello scorso anno. A dare i primi dati è  il Vicario Giudiziale don Mario Colabianchi. Il punto completo verrà fatto all’abbazia di San Claudio di Corridonia il prossimo 18 aprile alle 9.30, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2018 alla presenza dell’Arcivescovo di Fermo nonchè moderatore del tribunale ecclesiastico regionale piceno Rocco Pennacchio.

Nel 2017 sono state presentate 106 cause provenienti soprattutto dall’Arcidiocesi di Fermo (25), dalla Arcidiocesi di Ancona e dalla Diocesi di Ascoli Piceno (13), da quella di Macerata (12) e di S. Benedetto del Tronto (8), Jesi e Camerino (7) e a seguire dalle altre diocesi marchigiane.
Risulta essere donna il 43% delle parti che introducono una domanda di nullità matrimoniale: di età media quarantatreenne, perlopiù impiegata, ma anche insegnante od operatrice sanitaria, operaia e commessa. L’età media degli uomini si aggira intorno ai 47 anni, l’uomo-parte attrice è nella maggior parte dei casi operaio e impiegato, come anche artigiano e pensionato. La forbice di età è compresa comunque tra i 26 e 67 anni per le donne e tra i 22 e 73 anni per gli uomini.
Dai dati statistici rilevati emerge inoltre che nelle 106 cause presentate ci sono 55 coppie che non hanno avuto figli, 28 coppie con un figlio, 21 con due figli, e 2 sole coppie che hanno avuto tre figli.
La durata media dei matrimoni esaminati è di oltre 7 anni: se da un lato ci sono molti matrimoni che finiscono entro i primi 5 anni di convivenza coniugale, ci sono anche 13 casi in cui hanno avuto una durata di oltre 15 anni.
Il tempo trascorso tra la separazione di fatto e la richiesta di nullità è in media di 9,8 anni cioè in media si aspettano quasi dieci anni prima di presentare una causa di nullità matrimoniale. Sessanta cause delle 106 presentate hanno avuto sentenza di divorzio. Tra i motivi addotti per la domanda di nullità il motivo che ricorre più spesso è il grave difetto di discrezione di giudizio, seguito dall’esclusione dell’indissolubilità del vincolo e dall’esclusione della prole.

Sono state decise 102 cause (di cui 97 affermativamente, e cioè a favore della nullità del matrimonio e 5 negativamente) nei processi ordinari e 6 cause nei processi breviores per un totale di 108 decisioni emesse. Sono state inoltre pubblicate 104 sentenze di cui 98 relative ai processi ordinari e 6 relative ai processi breviores. I capi di nullità maggiormente decisi e sentenziati sono quelli che riguardano l’incapacità consensuale nei processi ordinari mentre nei processi breviores sono più frequenti l’esclusione della indissolubilità e l’esclusione della prole; raramente si trattano il dolo e il timore, mentre non ci sono stati casi quest’anno di nullità per errore o per condizione apposta.

Nel “Prospetto riassuntivo dell’attività svolta nell’anno 2017” si possono osservare i numeri relativi alle cause nelle diverse fasi processuali, distribuite pressoché uniformemente, distinte per anno di presentazione della pratica. Una menzione particolare agli 83 decreti esecutori emessi dopo la sentenza di I grado in virtù della Riforma voluta da Papa Francesco, la «Mitis Iudex Dominus Iesus». Alla voce “Situazione attuale del Tribunale” può leggersi il dato finale di 224 cause pendenti al 31.12.2017. Alle 224 cause pendenti all’inizio dell’anno (31.12.2016) sono state aggiunte le 106 presentate “in entrata” e sono state tolte le cause “in uscita” e cioè le sentenziate e le archiviate (104+2). Tale è il numero di cause attualmente in corso che per, una singolare coincidenza del tutto fortuita, ma comunque indicativa della mole di lavoro in termini di pratiche trattate, è lo stesso dell’anno precedente.

«Negli ultimi due anni c’è stato un sensibile incremento del numero delle cause presentate – spiega don Mario Colabianchi –  e si è ampliata la fascia d’età di coloro che accedono al Tribunale, mentre per quanto riguarda la ‘tenuta’ media di un matrimonio è di circa sette anni. Sostanzialmente invariato il numero di cause decise e sentenziate e il fatto che ad essere maggiormente trattati rimangono i capi di nullità riguardanti l’incapacità consensuale e la simulazione parziale per esclusione dell’indissolubilità e della prole. Da ultimo, la crisi economica e dei valori si riflette anche sull’incremento dell’incapacità consensuale delle parti e sulla difficoltà di sostenere le spese processuali (numerosi casi di rateizzazione ed esenzione dalle spese processuali; frequente ricorso al Patrono stabile). Dei 3921 procedimenti civili iscritti presso la Corte d’Appello delle Marche, relativi a ‘Famiglia e Separazioni’, il Tribunale Ecclesiastico intercetta una percentuale residuale dei matrimoni non riusciti».

Il tema che sarà trattato il prossimo 18 aprile dal relatore don Diego Pirovano, Giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Lombardo e Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Accoglienza dei fedeli separati in Milano è “L’arte dell’accompagnamento e del discernimento nella indagine pregiudiziale e pastorale alla luce della «Mitis Iudex Dominus Iesus» e «Mitis et Misericors Iesus» e della «Amoris Laetitia»”. Don Colabianchi che spiega: «La scelta del tema è stata provocata dalla necessità di riflettere come comunità ecclesiale e offrire una proposta qualificata e competente per accompagnare le persone “ferite” che si rivolgono al Tribunale e altresì suscitare un’attenzione pastorale più attenta alla “cura” delle persone che vivono situazioni di sofferenza e dolore. Si spera così, in tal modo, di fornire un adeguato approfondimento agli operatori dei Tribunali Ecclesiastici e agli operatori pastorali nel loro compito di accompagnamento e discernimento».

 


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