di Andrea Ferretti
Sicurezza scolastica, acqua pubblica, difesa delle Società comunali, ambiente e green economy, Amministrazione partecipata, tutela della Sanità pubblica, Cultura, pianificazione urbana, qualità della vita, città capoluogo, lavoro e sviluppo economico. Sono gli undici punti cardine su cui si incentra l’accordo politico-programmatico dei gruppi consiliari di opposizione nel Consiglio comunale di Ascoli: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Ascolto&Partecipazione, Prospettiva Ascoli.
A presentarlo ufficialmente, oggi mercoledì 9 febbraio, nella Sala dei Savi di Palazzo dei Capitani Francesco Ameli (capogruppo e segretario provinciale), Angelo Procaccini (segretario comunale) e Pietro Frenquellucci (vice presidente del Consiglio comunale) del Pd, Massimo Tamburri del M5S, Emidio Nardini e Massimo Speri di A&P. Lo ha sottoscritto anche Francesco Viscione di “Prospettiva Ascoli”, assente per una improvvisa indisponibilità.
Emblematiche le prime frasi riportate nel documento che può anche essere letto come una… lista della spesa. “Una crisi infinita e un declino inarrestabile mortificano la città di Ascoli ormai da troppi anni. Il continuo calo demografico – scrivono le opposizioni – e la distruzione del tessuto socio economico sono avvenuti davanti agli occhi di tre diverse amministrazioni di centrodestra che hanno assistito, impotenti e incapaci di reagire, allo sgretolamento della società ascolana, alla perdita di posti di lavoro e alla fuga di intere generazioni dalla città”.
L’accordo non è altro che la stesura definitiva del documento siglato nell’ottobre 2020 da Pd e A&P, ovvero Frenquellucci e Nardini che poco più di un anno prima erano stati corsa con l’attuale sindaco Marco Fioravanti per la poltrona di sindaco. Le loro percentuali si fermarono al 14,3% e al 9,9%. Ma, come tutti i presenti tengono a sottolineare, “metà degli ascolani non votarono a Fioravanti, ed è a quelle persone che oggi ci rivolgiamo lanciando un appello anche a comitati e associazioni («siamo un cantiere aperto» sottolinea Frenquellucci) affinchè sposino il nostro progetto in vista di quello che accadrà fra due anni”. L’obiettivo è individuare un candidato sindaco unico, cosa che non accadde nel 2019, ma questo spetterà ovviamente ai partiti e non ai gruppi consiliari.
Al tavolo siedono tre ex candidati sindaco. Oltre a Frenquellucci e Nardini, c’è anche Tamburri la cui percentuale fu del 12,9%. Gli altri, oltre a Fioravanti (37,4%), erano Piero Celani (21,4%), Giorgio Ferretti (2,6%) e Alberto Di Mattia (1,5%). Al ballottaggio poi Fioravanti (59,3%) ebbe la meglio su Celani (40,7%). Insomma, è già tempo di calcolatrice.
«Quel documento del 2020 – dice Frenquellucci – l’abbiamo portato all’attenzione degli altri gruppi di opposizione per vagliarlo e approfondirlo, tenendo conto che in Consiglio comunale c’è una maggioranza è fintamente disposta al colloquio. Ma la città ha assoluto bisogno di una svolta».
«Rispetto all’inizio, siamo rimasti in pochi a fare opposizione – aggiunge Nardini – a questa Amministrazione che come le precedenti va avanti in modalità autoreferenziale e non sui risultati. E porto sempre l’esempio di una nostra proposta di modifica del regolamento comunale che non è mai stato discussa».
A proposito di proposte, Tamburri ricorda che tra le decine di mozioni presentate da quando lui siede nella Sala della Ragione, e fa riferimento al quinquennio di Guido Castelli 2014-2019 (Fioravanti presidente del Consiglio) «solo tre sono state discusse e approvate”. E aggiunge: “Continueremo la nostra opera di monitoraggio, se sono rose fioriranno. Di sicuro c’è che con questo documento abbiamo ribadito come i temi e la visione della città siano comuni».
Procaccini assicura che «nei prossimi mesi saremo più forti in strada con iniziative, covid ovviamente permettendo». Ameli invece ricorda come «il centrosinistra ad Ascoli è sempre stato un punto nolente, ma ora non è più così perchè inizia un nuovo percorso e questo è il primo seme anche di speranza. “Ascoli città aperta” non vuole essere solo uno slogan ma un modo di essere. E non sottovalutiamo che su questo tavolo è rappresentata un’ampia fetta del consenso del 2019 degli ascolani».
Chiusura affidata a Speri. «Vogliamo offrire una migliore visione, un’alternativa a quello che abbiamo – dice – e la nostra presunzione è cambiare. Per cui rinnovo l’appello ad altre realtà della città – dice il consigliere di A&P – per concorrere verso un unico fine: il bene comune di Ascoli. Non possiamo perdere quest’ultimo treno e la città non può essere a immagine e somiglianza di Fioravanti, ma al centro deve esserci il bene di tutti, a partire dai giovani e dai bambini che sono il nostro futuro».
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