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I cani trasferiti da Appignano: al canile di Macerata non ci sono le condizioni per poterli ospitare

DOPO la diatriba che si è scatenata tra le associazioni Appa e Argo, interviene e fa chiarezza l'assessore comunale di Macerata Laura Laviano: «Non è possibile garantire il benessere dei cani se una porzione del canile diventerà un cantiere». Parole destinate a lasciare la situazione, almeno per ora, cosi com'è: cani "ascolani" ad Appignano, lavori al canile di Macerata
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Il canile di Macerata

 

di Andrea Ferretti

 

Trasferimento dei cani dal canile di Appignano del Tronto a quello di Macerata. Animali che passano dalle cure dell’Associazione protezione animali di Ascoli (Appa) a quelle dell’associazione “Argo” di Macerata che opera all’interno del canile comunale di quella città gestito dalla cooperativa “Meridiana”.

 

E’ stata la presidente di “Argo” Alexandra Florescu a puntualizzare alcuni aspetti di una questione che ha scatenato un putiferio mediatico coinvolgendo sul web soprattutto animalisti. Tra le altre cose ha precisato che quello in cui operano lei e tanti altri volontari «non è un lager ma un canile all’avanguardia per il benessere degli animali».

 

Non si è fatta attendere la replica della responsabile dell’Appa di Ascoli, Patrizia Castelli, la quale ha puntato il dito, tra i vari aspetti, sul «trasferimento di cani, anche anziani e malati per motivi esclusivamente economici».

 

Laura Laviano

Non poteva mancare l’intervento del Comune di Macerata. Che arriva dall’assessore all’ambiente Laura Laviano, tra le cui deleghe figura anche quella di “animali d’affezione”. La Laviano è anche responsabile regionale del dipartimento di tutela del benessere animale della Lega. Parole, le sue, che evidenziano la difficoltà, al momento sarebbe più corretto parlare di impossibilità, di poter ospitare un cospicuo numero di animali nel canile maceratese. Parole che sembrano destinate a lasciare la situazione, almeno per ora, cosi com’è: cani “ascolani” ad Appignano, lavori al canile di Macerata.

 

Il canile di Macerata

Eccole: «Da qualche settimana si è sollevato il dibattito relativo al canile comunale di Macerata, dove risultano registrati 21 cani extra comunali (al 31/12/2021) e 50 cani comunali (al 31/1/2022), il cui gestore dovrebbe ospitare circa 180 cani da fuori Comune. Numero piuttosto elevato che ha suscitato numerose perplessità dal momento che l’Amministrazione, in più occasioni, ha dimostrato di avere una particolare sensibilità rivolta alla tutela del benessere animale. Abbiamo una relazione Asur (protocollata a inizio febbraio) che evidenzia che gran parte dei box del canile di Macerata, presentano vari gradi di deterioramento dovuti al non utilizzo scaturito dal fenomeno del randagismo ormai stabilizzato a livelli minimali. A ciò si aggiunge il fatto che si sta ragionando, da oltre un anno, a una conversione di tale struttura che, molto probabilmente, non svolgerà più la funzione di canile rifugio; motivo per il quale è stata approvata la delibera di dicembre 2021 che ha come unico scopo quello di riqualificare la struttura, corpo centrale del canile».

Gli ospiti più fragili del canile di Appignano

E prosegue: «Se il canile quindi diventasse un cantiere – vista la necessità di eseguire lavori di manutenzione ordinaria, ma soprattutto straordinaria, per lo svolgimento dell’attività in essere a cui si vanno a sommare quelli relativi al Superbonus 110% – sarà la stessa Cooperativa a intuire che le due attività (ospitare un numero elevato di cani ed eseguire i lavori del Superbonus indicati in delibera) non possono coesistere – aggiunge la Laviano – l’attività correlata al canile di Macerata infatti deve essere eseguita nel pieno rispetto della convenzione, firmata il 30 marzo 2010, con la Cooperativa Meridiana e soprattutto nel pieno rispetto del benessere animale e dell’idoneità del luogo. Il sopralluogo effettuato il 3 febbraio dall’Asur di Macerata ha evidenziato che il canile, che può ospitare fino a 276 cani, al momento non potrebbe adempiere alla sua capienza massima in quanto necessita di importanti lavori; infatti la maggior parte dei box presenta ammaloramenti. Dal momento che la tutela del benessere animale è entrata nella nostra Costituzione, come è possibile garantire il benessere dei cani se il canile, nella porzione centrale, diventasse un cantiere? Che fine farebbero, in questo caso, i cuccioli o i cani malati dal momento che nessun altro edificio adiacente è consono a ospitare l’infermeria e la cucciolaia?».

Una cucciola orfana allattata dai volontari dell’Appa ad Appignano

E ancora: «I box nei pressi della casa oggetto di ristrutturazione non potranno essere utilizzati per motivi di sicurezza (impalcature, materiale e attrezzature da lavoro) e gli animali sarebbero soggetti a rumori violenti e improvvisi che, ci sono studi scientifici a dimostrarlo, causano stress, danni all’udito e una riduzione nella risposta del sistema immunitario. Inoltre l’accesso agli sgambatoi – tenendo presente che a oggi uno di questi è impraticabile perché crollato – non può essere garantito a un numero troppo elevato di animali obbligando molti di loro a restare nel box tutta la giornata – conclude l’assessore – non da ultimo, bisogna tener conto del continuo transito di automezzi lungo la strada principale che passa sopra il ricovero dei cani che hanno un’età media di 14/15 anni e di proprietà del Comune di Macerata; ricovero per il quale in delibera, vista la grande attenzione dell’Amministrazione al benessere animale, è stato richiesto un investimento al gestore del canile di 10.000 euro per la coibentazione e per l’adeguata pavimentazione antiscivolo».

 

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