Il Dipartimento di Protezione civile nazionale ha espresso parere favorevole all’utilizzo delle Sae come alloggio per le famiglie di profughi provenienti dall’Ucraina. Saranno pertanto coinvolti i Comuni nei quali sono presenti le Soluzioni abitative di emergenza (Sae), realizzate a seguito del sisma del 2016.
Negli ultimi giorni, in particolare, è emersa da parte di alcuni sindaci di questi Comuni, la richiesta di poter utilizzare le Sae attualmente libere per offrire un ricovero alle famiglie provenienti dal territorio ucraino, a causa del conflitto in corso.
«Stiamo già lavorando da un po’ di tempo insieme con i sindaci – dichiara l’assessore regionale alla Ricostruzione, Guido Castelli – per raccogliere le indicazioni e le necessità proprie delle realtà interessate, al fine di redigere un atto che dia seguito all’individuazione di modalità e criteri per l’assegnazione delle strutture temporanee di emergenza. Gli scenari di guerra di questi giorni ed il conseguente arrivo di profughi dall’Ucraina, richiamano al senso di solidarietà».
«Il fatto stesso che la proposta di impiego delle Sae per accogliere i profughi ucraini sia partita dagli stessi territori colpiti dal terremoto – continua Castelli – dimostra quanto le Marche si confermino essere una regione accogliente e solidale».
Nello specifico, il Settore Soggetto Attuatore Sisma 2016 della Regione Marche ha richiesto al Dipartimento di Protezione Civile nazionale un parere in merito, volto a verificare la percorribilità della proposta e la gestione delle spese che possano emergere in futuro.
«Lo stesso Dipartimento di Protezione Civile nazionale – ha spiegato Castelli – ha riscontrato positivamente la richiesta avanzata e ha espresso parere favorevole all’utilizzo per lo scopo proposto, ricordando di aver cura di monitorare e tenere distinte le spese derivanti dall’assistenza abitativa ai cittadini provenienti dall’Ucraina da quelle relative al ‘Sisma Centro Italia’ mediante l’utilizzo delle contabilità speciali aperte per le due diverse finalità».
A questo punto, tenuto conto delle indicazioni fornite dal Dipartimento di Protezione Civile nazionale, saranno i sindaci dei Comuni interessati a valutare la possibilità di mettere a disposizione le Sae libere nel proprio Comune per alloggiare le famiglie ucraine.
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