di Lino Manni
L’Ascoli non si può permettere un calo di tensione. L’abbiamo visto oggi con il Vicenza: se allenti la presa l’avversario ti salta sopra. E dire che oggi l’avversario era uno dei più scarsi della Serie B. Una sconfitta maturata per la superficialità con cui i bianconeri hanno affrontato una squadra assetata di punti a cui il pareggio serviva ben poco. Nell’arco dei novanta minuti la squadra di Sottil ha lasciato troppo spesso agli avversari il comando del gioco e non può essere una scusante le assenze. Un avversario non irresistibile con giocatori ormai alla “frutta” per l’età (Maggio 40 anni, Meggiorini 37, De Maio 35) e gli ex (Cavion, Da Cruz, Brosco oltre Padella in panchina) che non valgono gli attuali titolari in bianconero. Eppure l’Ascoli ha perso questa partita che poteva dare lo slancio definitivo, forse decisivo, verso i playoff. Nel primo tempo capitan Dionisi ha avuto due ghiotte occasioni mangiandosi due gol. Capita. Nella ripresa niente di che. Sottil ne ha cambiati tre in un solo colpo ma in campo non è cambiato nulla. Escono a braccetto gli ex Da Cruz e Cavion accompagnati da una bordata di fischi dei tifosi del Picchio. Nei minuti finali, quelli che nelle precedenti occasioni sono stati a favore dei bianconeri, è arrivato l’1-0 del Vicenza, quasi casuale, con Leali che mette una pezza su Meggiorini, ma la sua respinta è raccolta da Zonta che la mette in rete. Prima del fischio finale il 2-0, un autogol che conferma come sia stata una partita da archiviare subito e resettare tutto per concentrarsi sulle prossime sfide. Una sconfitta non è un dramma. Ma nel vedere perdere l’Ascoli mi sono tornate in mente le parole di Carlo Mazzone che proprio ieri ha festeggiato 85 anni (auguri mister!) che diceva che per giocare in Serie B ci vogliono “gambe e testa”. Al “Menti” l’Ascoli ha avuto ben poco di entrambe.
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