di Luca Capponi
Dopo una strenua lotta, anche l’avamposto finale è caduto. Il bianco che diventa blu (e giallo). L’ultimo lembo di terra alla frontiera tra i parchimetri e il nulla. Porta Cartara cede. L’oasi di pace dei parcheggi, a ridosso del centro storico, era rimasta l’unica (piccola zona) non a pagamento. Il simbolo della resistenza all’invasione colorata, agli attacchi verso il bianco. Al portafogli senza soldi spicci. Parcheggio e via, senza pensieri. Un lusso, ormai. Che, visti i prezzi stellari della benzina, diventa un privilegio per pochi facoltosi.
Sotto i colpi di pennello, dunque, la resa. Da oggi auto in sosta sulle strisce blu oppure, per chi a ridosso di via Mediterraneo ci vive, sugli stalli gialli riservati ai residenti. Complice quanto sta avvenendo anche in altre zone della città, su tutti Campo Parignano, trovare un posto dove parcheggiare liberamente la propria vettura sta diventando sempre più un’impresa da Guinness dei primati. Ai limiti dell’impossibile.
Logico che questo ultimo cambio di colore abbia suscitato qualche malumore (eufemismo) soprattutto da parte di chi in queste zone (e limitrofe), centro compreso, ci viene a lavorare. Disorientamento e interrogativi che si riversano inevitabilmente anche sui social. Con scoramento in crescita costante.
E c’è chi, sempre sui social, arriva a profilare un’ipotesi ardita, dissacrante, provocatoria, simpatica: ma che forse il blu e il giallo imperanti sulle strisce dei parcheggi ascolani altro non sia che un accorato segno di vicinanza alla popolazione ucraina, vittima della sopraffazione russa? Se così davvero fosse, tanto di cappello.
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