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Decreto Aato 5 Marche Sud, Consind ricorre al Tar: gestione affidata per ora a un’altra ditta

AL TRIBUNALE di Ascoli, dopo il rinvio del 15 febbraio, nuova udienza del secondo processo sui miasmi. Sui quali i residenti di Villa Sant'Antonio e Castel di Lama assicurano di continuare a battagliare
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di Claudio Felicetti

 

Piceno Consind non molla l’osso e presenta ricorso al Tar contro il decreto dell’AAto 5 (Autorità Ambito territoriale ottimale) Marche Sud che dispone il passaggio del depuratore consortile, dal primo aprile prossimo, dall’ente alla Ciip Spa. Se il Tribunale Amministrativo dovesse concedere la “sospensiva”, in attesa del giudizio di merito, la cessione dell’impianto al gestore del servizio integrato delle acque dovrebbe slittare a data da stabilire. E, guarda caso, proprio domani mattina al Tribunale di Ascoli è in programma la nuova udienza del secondo processo sui miasmi che da anni ammorbano i residenti di Villa Sant’Antonio e Castel di Lama provenienti proprio dal depuratore finora gestito da “Picena Depur”.

 

Il Tribunale di Ascoli

Vista l’urgenza, venerdì scorso i vertici del Consind hanno affidato all’avvocato Vito Iorio di Roma l’incarico di impugnare al Tar, ed eventualmente anche al Consiglio di Stato, il decreto del 24 marzo scorso dell’Aato firmato dal vice presidente dell’ente Nicola Loira (al posto del presidente Sergio Fabiani, decaduto automaticamente in quanto non più sindaco). In particolare, il Comitato direttivo dell’ente intercomunale presieduto da Domenico Procaccini contesta il punto 1 del decreto, avente per oggetto “Trasferimento beni Piceno Consind al Servizio Idrico Integrato”, in cui si dispone “di dichiarare improcrastinabile il trasferimento dei beni Consind al Servizio idrico integrato oltre la data del 31 marzo 2022”.

 

Nel citato decreto, oltre a richiamare la vigente normativa e a ricordare i pareri del Comitato per la vigilanza sull’uso delle risorse idriche e dell’Ufficio legislativo della Regione Marche, l’Ato ha disposto anche “di prendere atto delle ricognizioni tecnico-contabili dei beni da trasferire, depositate agli atti e facenti parte integrante e sostanziale del presente provvedimento anche se non materialmente allegate; di disporre il trasferimento dei beni e delle opere di Piceno Consind alla Ciip spa, con decorrenza 1 aprile 2022, e cioè: il depuratore di Campolungo e relativi collettori, il bypass del depuratore, i collettori di Castel di Lama, le opere presso ditta Gela, le condotte Area Marini”. Per tali beni, il corrispettivo da corrispondere al Consind è stato stabilito in 1.825.523,59 euro (1.188.157,97 euro alla data dell’effettivo trasferimento, 637.365,62 alla data delle certificazioni da parte di Piceno Consind dei relativi corrispettivi)”.

 

Insomma, il braccio di ferro finisce al Tribunale amministrativo. Problemi, causa questioni tecnico-burocratiche, anche con Picena Depur, gestore dell’impianto di Campolungo, che termina il suo rapporto con il Consind. In attesa degli sviluppi legali, e vista l’urgenza, il omitato direttivo del Consorzio ha affidato alla ditta “Sviluppo Tecniche Ambientali Srl”, con sede in Valle Cupa di Colonnella, “parte dell’attività gestionale del depuratore consortile di Campolungo e delle reti ad esso afferenti per il tempo strettamente necessario a consentire all’Ente di avere chiarezza sull’esito del procedimento giurisdizionale intrapreso, e comunque per un periodo, al momento, non superiore a una settimana decorrente dal 28/03/2022”.

 

E domani mattina, dopo il rinvio del 15 febbraio scorso causa legittimo impedimento, nuova udienza del secondo processo a carico dell’allora direttore tecnico della Picena Depur, Danilo Ciancio. Il primo processo si era concluso nel novembre 2020 con il pagamento di una multa di qualche centinaio di euro da parte di: Domenico Procaccini, presidente di Piceno Consind (proprietario), Longino Carducci e Fausto Latini, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Picena Depur (gestore).

 

In quell’occasione 210 residenti di Villa Sant’Antonio di Ascoli e di Castel di Lama si erano costituiti parte civile. Intanto i residenti esasperati continuano a segnalare con puntualità le puzze e assicurano che continueranno la loro battaglia in piazza e nelle aule di Tribunale.


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