di Giuseppe Di Marco
E’ una totale stroncatura, quella partita da Articolo Uno e indirizzata al sindaco Antonio Spazzafumo. Il primo cittadino, per il gruppo di centrosinistra, non sarebbe riuscito a dare la sua impronta all’amministrazione, in balia dei litigi che imperversano in maggioranza.
«La cronaca giornalistica amministrativa dell’ultimo periodo ci restituisce con una certa pertinenza l’idea che avevamo già in campagna elettorale – scrive il segretario provinciale Felice Gregori – ovvero che non era convincente considerare il Sindaco, seppure inesperto come politico, depositario di buon senso tale da sapersi districare nelle scelte amministrative nella babele delle liste civiche, pezzi di partiti , fuoriusciti e outsider che componevano la sua maggioranza.
Sarebbe facile scegliere l’arma della comicità anziché quella dell’argomentazione, nelle stoccate al sindaco Spazzafumo, tante e tali sono le gaffe che ha accumulato in questi mesi, ma preferiamo allo sberleffo lo sforzo di una riflessione.
Ciò che ci preme sottolineare è come certi personaggi siano la personificazione di potere e di rappresentazione personale che si manifestano nella politica dei “buoni propositi”. È il metodo degli annunci, dell’autocelebrazione. Alcuni esempi: nuovo Piano Regolatore, bretella, Ballarin, accordi vari che vengono quasi sempre smentiti dalle polemiche interne alla maggioranza perché fuori da ogni coinvolgimento. In un caso specifico potremmo usare l’espressione giuridica “recidive reiterate”.
Poi abbiamo anche gli outsider che pensano di fare l’assalto al palazzo d’inverno, di imporre, di dettare, di pretendere con l’esito piuttosto scontato di creare il vuoto intorno. Un primato questa amministrazione lo ha raggiunto: mai visto in così poco tempo tante migrazioni tra gruppi consiliari motivate da contrasti interni.
Un mantra della politica è l’asserzione “democrazia è partecipazione” e quindi è discussione e contrasto, è disordine inteso come momento dedicato alla creazione di soluzioni concrete e spendibili; invece in direzione opposta e contraria si muovono questi personaggi, riducendo a ruolo di figuranti i consiglieri e di comprimario il sindaco.
Il sindaco sta dimostrando che non sempre il buon senso equivale a saggezza perché avrebbe dovuto sapere che governare con il 19% dei consensi sarebbe stata cosa difficile, che la composizione ordinata di una maggioranza così estemporanea sarebbe stata cosa ardua, che il tentativo di ridurlo a portavoce da parte di assessori con più “mestiere” sarebbe stato inevitabile, che la sua inesperienza, esibita in campagna elettorale come valore aggiunto, sarebbe stata un limite che ha prodotto già danni alla città (Erap, Amat, sanità). Ci sentiamo di dare un suggerimento amichevole, esibisca meno meno le sue relazioni politiche e cerchi di produrre qualche risultato utile alla nostra città».
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