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Sanità nella bufera: i sindacati di Area Vasta 5, tutti uniti, pronti al presidio davanti la Regione Marche

ASCOLI - Storica presa di posizione delle forze sindacali, come non mai unite contro «la gravissima, sperequata ripartizione dei finanziamenti, effettuata dalla Regione Marche e dall’Asur nei confronti dell’Area Vasta 5, nonché il mancato riequilibrio dei fondi contrattuali da parte della stessa Regione e dell’Asur»
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Gli ospedali “Mazzoni” di Ascoli e “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

 

Tutte unite le forze sindacali all’interno di Area Vasta 5. Stavolta non ci sono polemiche tra le varie sigle. Anzi, tutti insieme pronti a scendere in campo, proprio nelle ore in cui il Coordinamento medici ospedalieri (Cimo) ha replicato punto su punto al Piano reso noto dal direttore di AV5 Massimo Esposito.

 

Nel mirino, come affermano, «la gravissima, sperequata ripartizione dei finanziamenti, effettuata dalla Regione Marche e dall’Asur nei confronti dell’Area Vasta 5 nonché il mancato riequilibrio dei fondi contrattuali da parte della stessa Regione e dell’Asur, nonostante che la Legge Regionale 8 del 21 marzo 2017 avesse disposto tale obbligo, hanno emarginato questo territorio con il conseguente depauperamento del Servizio Sanitario, tra l’altro a favore della sanità privata presente nel solo Piceno per il 50% dell’intero insediamento regionale a dimostrazione dell’inadeguatezza della struttura pubblica».

 

Lo hanno scritto nella lettera indirizzata al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, agli assessori regionali Filippo Saltamartini (Sanità) e Guido Castelli (Bilancio), al direttore generale di Asur Marche Nadia Storti, al direttore amministrativo di Asur Marche Pierluigi Gigliucci, al direttore generale di Area Vasta 5 Massimo Esposito.

 

A farlo sono stati il coordinatore della Rsu Paolo Grassi, Viola Rossi (Cgil Fp), Giorgio Cipollini (Cisl Fp), Paolo Sabatini (Uil Fp), Maurizio Pelosi (Nursind), Roberto Tassi (Nursing Up), Fausto Menzietti (Fials), Mauro Giuliani (Usb), Benito Rossi (Ugl). 

 

Che proseguono con lo stesso tono: «Il mancato riequilibrio delle citate risorse finanziarie, entro il corrente esercizio 2022, in dispregio alle leggi emanate dalla stessa Regione Marche, comporterà, a seguito della modifica dell’assetto organizzativo del Servizio Sanitario Regionale prevista per il 1 gennaio 2023, l’impossibilità assoluta di poter recuperare le attuali macroscopiche disparità di trattamento perpetrate in danno alla popolazione picena nonché l’inapplicabilità del Contratto Nazionale di Lavoro, per il triennio 2019-2021 e seguenti, dei dipendenti dell’Area Vasta 5».

 

E’ il motivo per cui tutte le sigle sindacali organizzano una conferenza stampa per le ore 12 di mercoledì 6 luglio nella sala sindacale dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Lo fanno, appunto, per denunciare all’opinione pubblica «la gravissima situazione in cui versa il Servizio Sanitario Piceno e le conseguenze derivanti dall’eventuale mancata perequazione dei finanziamenti e dei fondi contrattuali entro il corrente esercizio 2022».

 

Non solo, ma è stato anche deciso per un presidio il 12 luglio ad Ancona, davanti la sede del Consiglio Regionale. «Per richiamare – concludono i sindacati – l’attenzione della Giunta e delle forze politiche sulla problematica per l’adozione dei conseguenti provvedimenti da adottare, con assoluta tempestività, per assicurare il doveroso riequilibrio del servizio sanitario nel territorio regionale».

 

Le rappresentanze sindacali chiudono comunque con un’apertura: «In questi giorni che precedono la conferenza stampa e il presidio auspichiamo un incontro con il presidente Acquaroli, gli assessori alla Sanità Saltamartini e al Bilancio Castelli e i vertici dell’Asur».

 


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