di Giuseppe Di Marco
E’ un periodo di grande dinamismo, quello che sta vivendo la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, intenta a coinvolgere, dopo l’approvazione del bilancio, il maggior numero di attori e portatori di interesse attorno al tavolo decisionale del programma 2023-2025.
Dopo la chiusura dei tavoli tematici relativi al programma, la Fondazione Carisap sta cercando di divulgare alla platea più ampia possibile le coordinate entro le quali si muoverà per realizzare i progetti volti a valorizzare imprese e territorio da qui ai prossimi anni.
Quale occasione più adatta, dunque, del convegno intitolato “Lo sviluppo sostenibile nei territori: fare squadra per fare goal”, andato in scena nel pomeriggio di lunedì 18 luglio presso l’Auditorium “G. Tebaldini”?
Il discorso d’apertura, come da prassi, è stato affidato al presidente Mario Tassi, che ha ricordato come «il piano triennale sia il cuore dell’agire della Fondazione» e come questo sia improntato sullo sviluppo sostenibile, «che mira al soddisfacimento dei bisogni senza togliere nulla alle generazioni future».
Dall’incontro, robustamente presieduto da un variegato parterre di soggetti pubblici e privati, sono emerse analisi e dati interessanti, anche grazie alla collaborazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, i cui relatori si sono concentrati sul tema dello sviluppo sostenibile. In particolare, attraverso la disamina puntuale di Valentina Langella Andrea Sartori, dell’Altis (Alta Scuola Impresa e Società), che ha rimarcato «l’importanza centrale della partnership tra pubbliche amministrazioni ed enti del Terzo Settore, attraverso strumenti di “finanza mista”».
Durante il rendez vous è anche emerso che, se l’81% dei giovani ritiene le attuali abitudini di consumo insostenibili, il 44% dei consumatori italiani considera la sostenibilità rilevante nelle proprie scelte di acquisto, ed il 39% dei consumatori italiani è disposto a pagare il 10% in più per prodotti sostenibili.
Il convegno, oltre all’approfondimento teorico dei sistemi di sviluppo sostenibile dei territori, ha presentato case histories di rilevanza nazionale sul tema, ed ha riscontrato l’interesse del pubblico che ha seguito l’evento sia in presenza sia a distanza tramite diretta sul canale Facebook della Fondazione. Soprattutto, il contributo in termini di prospettiva dato dai relatori coinvolti, è che le sfide dello sviluppo sostenibile chiamano in causa risorse, competenze e capacità diversificate, trasversali e in parte nuove: la complessità della transizione richiede, quindi, un progetto condiviso da un intero territorio, da una comunità di persone che credono in un obiettivo comune.
Dalle evidenze scientifiche emerse nel corso del convegno, risulta infatti che i processi innovativi nella knowledge economy presuppongono una rete di interazioni tra le sfere della ricerca, dell’industria e delle istituzioni. Al contempo va attestato che, al momento, tali partenariati sono diffusi, ma coinvolgono principalmente altri enti del terzo settore (33%) e gli enti pubblici (27%), solo nel 15% dei casi le imprese, che vanno coinvolte come fornitrici di risorse non solo finanziarie, ma anche umane, intellettuali e tecnologiche.
Tra i relatori, oltre a Langella e Sartori, anche Chiara Maule di Itas Mutua, Alessandra Piai e Marta Bertani del Gruppo Servizi Cgn, e Patrizia Misciatelli Presidente di Aifo, Associazione Italiana Family Officer.
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