di Giuseppe Di Marco
E’ un intervento al tritolo, quello fatto da Giorgio De Vecchis in Consiglio comunale. Il capogruppo di San Benedetto Viva ha certificato che nell’ultima assise è andata in scena una vera e propria sfiducia nei confronti del sindaco e della giunta. Una sfiducia destinata a ripetersi, se sindaco e giunta non impareranno dall’episodio del 18 luglio.
«Se oggi siamo qui è perché non tutto va bene – ha esordito il consigliere – come è del tutto evidente che se il legislatore avesse voluto prevedere che la pubblica amministrazione è governata da un cda non avrebbe previsto l’esistenza di un consiglio comunale. Questo nostro messaggio che viene dato al sindaco, alla giunta e a molti consiglieri comunali, è che l’indirizzo spetta al consiglio, che rappresenta il popolo. E che questo indirizzo deve essere tradotto dagli uffici e dall’amministrazione. Oggi siamo qui perché nello scorso Consiglio non c’è stato nessuno che abbia detto che le delibere andavano sospese. Speriamo che questo messaggio venga compreso. Speriamo che non ci si nasconda nella burocrazia, altrimenti questo sarà il Gaspari-quater. Stiamo rivendicando fortemente la nostra funzione di indirizzo e controllo, per cui alla giunta e al sindaco dico questo: se state con la macchina, non state con il Consiglio. Il Consiglio governa la macchina: o capite questo o non andrete molto avanti».
Parole fortissime e inequivocabili da parte di quella che è, a tutti gli effetti, la pietra angolare del castello Spazzafumo. La tirata d’orecchie non si impegna minimamente a nascondere il messaggio chiave: se lo strappo non dovesse essere ricucito, l’Amministrazione cadrà.
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