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Whirlpool, si “naviga a vista” nello stabilimento di Comunanza: più pezzi a settembre ma tante incertezze sul futuro

LA RICHIESTA dell'incontro al Mise (i sindacalisti avevano ravvisato a maggio la necessità) da parte della Regione Marche non tranquillizza i lavoratori, scettici sulla convocazione in piena campagna elettorale. Preoccupanti i temi, come il riassetto in vista di una possibile vendita ed ora anche il "caro energia"
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di Maria Nerina Galiè

Si “naviga a vista” nello stabilimento Whirlpool di Comunanza, dove il rientro dalle ferie estive è caratterizzato da tante incertezze.

Intanto una buona notizia: a settembre non ci saranno le fermate annunciate nei mesi precedenti.

«Ci è stato richiesto un aumento dei volumi – spiega Paolo Marini, Rsu della Fiom Cgil – si tratta di 8.000, 9.000 pezzi in più, poca cosa, che però, intanto, ci permetteranno di lavorare a ritmo completo».

 

Ma sullo sfondo resta il timore di un riassetto, che potrebbe prevedere l’uscita dall’Europa (con la vendita, se va bene) da parte del colosso americano degli elettrodomestici, avvalorata dalle notizie che si rincorrevano sulle riviste finanziarie mondiali: la multinazionale avrebbe incaricato il vicepresidente esecutivo e presidente della società Whirlpool Emea, Gilles Morel di chiudere l’operazione di dismissione delle attività Emea entro e non oltre il 30 giugno 2024.

 

Urge, pertanto, il coinvolgimento delle istituzioni nazionali, seppure ora nel bel mezzo della campagna elettorale per le ormai prossime elezioni, del 25 settembre. Lecito quindi chiedersi: «Chi, in questo momento, è disposto a prendersi delle responsabilità?», sono le parole di Marini.

 

I sindacalisti da maggio chiedevano l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico. La Regione Marche ha formalizzato, pochi giorni fa, l’invito ad attivare il tavolo di confronto a Roma con i vertici aziendali per prevenire scenari penalizzanti per i territori.

 

Lo scorso 22 luglio, in un incontro promosso proprio a Comunanza dal sindaco Alvaro Cesaroni, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, gli assessori regionali Stefano Aguzzi e Guido Castelli avevano accolto le istanze e le preoccupazioni di amministratori locali e lavoratori, rappresentati dai sindacalisti. Gli stessi che, nello stesso giorno, insieme ai colleghi di tutte le Marche erano stati ricevuti negli uffici dell’assessorato regionale al Lavoro, ad Ancona.

In quell’occasione l’assessore Aguzzi aveva preso l’impegno di coinvolgere anche i colleghi delle altre regioni interessate (Campania, Lombardia e Toscana), cioè quelle che nei cui territori sorge uno sito produttivo Whirlpool: l’allarme, infatti, è nazionale anche se nelle sole Marche sono a rischio – sottolinea la Regione – 1.500 posti di lavoro oltre all’indotto (5.000 in Italia).

 

Infine c’è il “caro energia”, che di certo tocca gli stabilimenti italiani. A Comunanza, tanto per fare un esempio, oltre al riscaldamento a metano, ci sono i forni per la verniciatura.

E’ vero che il rincaro delle bollette riguarda anche i competitor della Whirlpool, mettendoli tutti di fronte allo stesso aggravio di costi. Ma può avere l’effetto di un incentivo a chi, forse, ha in animo di dismettere la produzione in alcune zone magari ritenute meno “produttive”, dal confronto costi benefici.

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