di Maria Nerina Galiè
Covid, vaiolo delle scimmie, influenza stagionale: vaccini e farmaci per difendersi, tutti insieme in questa fase in cui sembra che basti un nulla per mettere a repentaglio la salute. Ed il Servizio Farmaceutico dell’Area Vasta 5, diretto dal dottor Isidoro Mazzoni – che fa il punto sulle cure anti Covid mentre si prepara alle nuove profilassi – è ancora in prima linea.
La mazzata del Covid ha reso tutti molto più suscettibili sul fronte dei virus, che ora fanno ancora più paura.
Nelle Marche c’è il settimo caso confermato di vaiolo delle scimmie. L’ultimo è un 31enne di Fermignano, nel Pesarese, già in via di guarigione che non aveva viaggiato nelle ultime settimane. Numeri ancora esigui, per fortuna e per una malattia conosciuta e considerata non “pericolosa”, ma numeri che inevitabilmente riportano alla mente quelli snocciolati da febbraio 2020, dei contagi da Coronavirus, destinati nel giro di poco a diventare enormi, come pure quelli dei decessi.
Assurdo mettere a confronto le due patologie come rassicurano gli addetti ai lavori. Eccessivo preoccuparsi per l’influenza, la solita con cui hanno appuntamento in inverno i cittadini, da sempre, fatta eccezione per gli ultimi due anni, quando eravamo distanziati e protetti dalle mascherine. Ma è impensabile ignorare le conseguenze di una più che possibile nuova ondata di Covid, unita al “male di stagione”: la tempesta perfetta, da evitare, con la vaccinazione anti influenzale appunto, per le categorie a rischio, e che quest’anno arriverà prima e potrebbe essere affiancata alla profilassi contro il Coronavirus. Dipende da cosa accadrà in autunno.
Lavori in corso dunque, perché dopo un’estate con numeri inaspettati di contagi si è capito che con i virus è difficilissimo fare previsioni.
La Regione Marche ha poi ordinato scorte di Tecovirimat Siga, l’antivirale sempre per il vaiolo delle scimmie, che però non dovrebbe arrivare anche nel Piceno, dove non c’è il reparto di Malattie infettive, ma solo il servizio.
I centri dove vengono curati i casi marchigiani di vaiolo delle scimmie, per adesso, sono Ancona e Fermo.
«Questo antivirale, in compresse, inibisce l’attività della proteina di replicarsi. Il problema del vaiolo delle scimmie non è la mortalità – spiega il dottor Mazzoni –. Anche il caso dell’italiano morto a Cuba, non è certo che la causa sia imputabile al vaiolo delle scimmie.
Ma oltre al fatto di un potenziale pericolo, come tutte le infezioni da virus, per i soggetti fragili e con altre patologie, può lasciare cicatrici e segni indelebili.
Non c’è da temere per il vaiolo delle scimmie. Bisogna però averne consapevolezza: circola, bisogna quindi difendersi con la prevenzione e trovarsi pronti per le cure».
Nella lotta al Covid «si sono invece dimostrati di un’efficacia straordinaria – afferma il dottor Mazzoni – il Paxlovid e il Lagevrio.
Il primo è contro indicato per persone con insufficienza renale, alle quali è destinato, in caso di bisogno, il secondo.
Sono in compresse, quindi si prendono a casa, e se dati nei giusti tempi, danno ottimi risultati.
Non sono consigliati per tutti, ma per pazienti dai 65 anni oppure, ad esempio, oncologico, asmatici, diabetici, obesi, a discrezione del medico che deve, in ogni caso, seguire una check list per andare avanti con la prescrizione».
Paxlovid e Lagevrio seguono due strade diverse, ma entrambi devono essere assunti entro 5 giorni dalla comparsa dei sintomi.
«Il primo – spiega Mazzoni – si trova anche nelle farmacie ma dal lunedì al venerdì. Per garantire la distribuzione il sabato e la domenica ci sono le Farmacie ospedaliere, di Ascoli e San Benedetto, sempre aperte il sabato mattina, ma anche il sabato pomeriggio e la domenica, se occorre c’è sempre qualcuno, per distribuire questi farmaci. La tempestività nel trattamento è di fondamentale importanza».
Con la chiusura delle Usca si è creato invece il problema per impartire il Lagevrio. Intanto c’è meno disponibilità ed i medici di famiglia non possono prescriverli. Si deve andare in ospedale.
In Area Vasta 5, poi, non si è smesso di utilizzare gli anticorpi monoclonali.
«Da gennaio – è ancora il direttore del Servizio Farmaceutico di Area Vasta 5 a parlare – cioè quando la variante Omicron è diventata preponderante, è cambiato il farmaco contenente anticorpi monoclonali. Il Sotrovimab si è dimostrato più efficace. Viene somministrato sempre in ospedale e per via endovenosa.
Ad agosto i monoclonali sono stati fatti circa 20 trattamenti. Più del doppio i pazienti curati con le compresse».
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