di Maria Nerina Galiè
Con la crisi profonda che sta attraversando la Sanità, in Italia e nelle Marche, diventa sempre più strategico il ruolo delle farmacie, destinate ad erogare più servizi per alleggerire le strutture pubbliche, in procinto di scoppiare.
Largo dunque alle farmacie dei servizi, foriere di primati in regione – come nella vaccinazione anti Covid – determinanti per smaltire i tamponi e, a brevissimo, apripista nelle Marche per la somministrazione del vaccino contro l’Herpes zoster, il cosiddetto “fuoco di sant’Antonio”.
Motivo di orgoglio pertanto, per le farmacie rurali, essere inserite nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), salvo la beffa – per alcune – di vedersi escludere o addirittura sfilare dalle mani i fondi già messi a decreto, a bando ancora aperto.
Ma andiamo con ordine.
Il vaccino contro l’Herpes zoster: «Saremo la prima regione in Italia in cui questo vaccino sarà somministrato nelle farmacie – spiega il dottor Ido Benigni, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Ascoli e Fermo – stiamo solo aspettando il parere del Ministero della Salute sulla delibera della Regione, per poter far partire il corso di aggiornamento per i farmacisti e quindi poi le vaccinazioni vere e proprie in farmacia».
Di corsi questi professionisti ne hanno fatti anche durante la pandemia, propedeutici alla vaccinazione anti Covid appunto, e presto anche per l’anti influenzale.
Dottor Benigni, che cosa è accaduto invece sul bando del Pnrr, e alle risorse destinate al consolidamento delle farmacie rurali, affinché si potessero dotare di strumenti e implementare servizi, dalla telemedicina alla presa in carico dei pazienti cronici?
«Era un’ottima opportunità per tutte le farmacie cosiddette rurali, cioè inserite in comuni fino a 12.500 residenti, rivolto espressamente a quelle che coprono un territorio con meno di 3.000. Si tratta di un finanziamento a fondo perduto pari ad un terzo degli investimenti che annoverano, tanto per fare degli esempi, l’acquisto di strumentazione per elettrocardiogramma e holter, determinate analisi, il defibrillatore.
Il decreto dell’Agenzia per la Coesione territoriale del 2 agosto
E’ accaduto che, a bando ancora aperto perché la scadenza delle domande, dal 30 giugno era stata prorogata al 3o settembre, c’è stata un’importante, quanto sconcertante, rettifica».
Il dottor Benigni fa riferimento al decreto del 2 agosto scorso, nella quale l’Agenzia per la Coesione territoriale precisava che le farmacie interessate al bando non erano tutte le rurali, ma solo quelle ricadenti nei comuni delle aree interne, elencate nella mappatura 2021-2027, e che ne taglia fuori diverse, alcune delle quali già ammesse a finanziamento.
I comuni del Piceno considerati “aree interne” nella -mappatura 2021 -2027
Infatti il decreto dell’Agenzia specifica che “è sospesa l’istruttoria” delle domande inviate fuori dai comuni indicati, ma è anche “sospeso il trasferimento delle risorse” a queste farmacie, sebbene “ritenute ammissibili a finanziamento con decreti del 18 e 27 maggio”.
Tanto per capire, nel Piceno sono ammesse a partecipare farmacie che si trovano a Castignano, Comunanza, Montefiore. Sono invece escluse se sona a Venarotta e Roccafluvione, come pure a Monteprandone o Monsampolo.
I comuni del Fermano considerati “aree interne” nella -mappatura 2021 -2027
Nel Fermano, sono dentro, perché nella mappa delle aree interne, Amandola, Smerillo, Montegiorgio e fuori Marina di Altidona.
Da maggio ad agosto, alcune di queste farmacie avevano anche avviato l’investimento o sottoscritto fidejussioni, nella certezza di avere i fondi a disposizione. Adesso chi paga?
«Sia Federfarma che la Federazione degli Ordini dei Farmacisti (Fofi) – afferma il dottor Benigni – si sono mosse immediatamente e stanno facendo una ricognizione tra le farmacie che sono incappate in questo problema. L’ipotesi è di fare ricorso contro l’Agenzia per la Coesione Territoriale. Ma la speranza di successo non è né breve né scontata».
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