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«Bene la proroga dei precari, ma il percorso virtuoso non si deve fermare: le risorse per il personale vanno più che raddoppiate»

ASCOLI - E' la risposta dei sindacalisti di Cgil, Cisl e Fials funzione pubblica e della Rsu dell'Area Vasta 5, a seguito degli incontri che si sono susseguiti tra agosto e settembre: «Inaccettabile la dotazione organica, con 146 unità in meno rispetto al 2021. Un’assegnazione più equa dei budget  con la costituzione delle nuove Aziende Sanitarie provinciali»
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Proroga fino a dicembre dei contratti a tempo determinato avvio di determinate procedure di stabilizzazione: c’è soddisfazione da parte delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Fials funzione pubblica e delle Rsu dell’Area Vasta 5.

La decisione è scaturita nel corso dell’incontro dell’8 settembre scorso, al quale hanno preso parte l’assessore regionale Guido Castelli, il direttore del Dipartimento Salute Armando Gozzini, la direttrice generale Asur Nadia Storti, il direttore amministrativo Asur Pierluigi Gigliucci, il direttore dell’Area Vasta 5 Massimo Esposito ed altri dirigenti e funzionari della Regione Marche.

 

«Finalmente affermano i sindacalisti Viola Rossi (Cgil), Giorgio Cipollini (Cisl) e Fausto Menzietti, (Fials)la parte pubblica ha compreso le gravissime difficoltà in cui versa l’Area Vasta 5, in particolare per quanto concerne la dotazione organica composta, in modo del tutto anomalo, da circa 300 dipendenti precari i quali, nella quasi totalità, svolgono funzioni istituzionali e non eccezionali.

Detto personale, infatti, nel tempo, pure in maniera del tutto anomala, è stato assunto in sostituzione di dipendenti, in servizio a tempo indeterminato, collocati in quiescenza».

 

Ma la sistemazione dei precari, secondo i rappresentanti dei lavoratori, non è l’unico problema di Area Vasta 5, dove ci sono ancora questioni da sistemare come il riallineamento dei fondi per il personale: «Inaccettabile appare inoltre la definizione complessiva della stessa dotazione organica, quantificata, al 31 dicembre 2022, in 146 unità in meno rispetto al 2021.

Per tale ragione, chiediamo alla Regione Marche, a seguito della costituzione delle nuove Aziende Sanitarie provinciali munite di personalità giuridica, un’assegnazione più equa dei budget al fine di riequilibrare la qualità del servizio sanitario piceno a quello degli altri territori».

 

Argomento di cui si è parlato nella riunione dell’8 settembre, con la «parte pubblica – continuano i sindacalisti – che ha ufficialmente riconosciuto la discriminazione perpetrata per lustri in danno al territorio Piceno.

Per quanto sopra,  pur non ritenendo assolutamente esaustivo l’incremento delle risorse decentrate per il personale del comparto, già deliberato in 266.000 euro lorde (199.000 euro nette) auspicano che le assicurazioni fornite nelle riunioni del 4 agosto e 11 settembre, di implementare dette risorse fino alla concorrenza di  700.000 euro, dopo la formale ripartizione del fondo sanitario nazionale, che dovrebbe avvenire nei prossimi giorni, vengano puntualmente onorate entro la prossima riunione, indicativamente fissata per il 15 ottobre prossimo. 

 

L’incremento della dotazione organica, con la copertura dei posti vacanti con personale assunto
a tempo determinato e la relativa implementazione dei fondi, non solo appaiono ineludibili per
eliminare l’attuale inaccettabile disparità di trattamento, ma soprattutto per poter assicurare,
anche ai cittadini di questo territorio, un adeguato servizio sanitario pubblico indubbiamente al momento inadeguato tanto che nel Piceno è presente oltre il 50% dell’intera sanità privata della Regione Marche.

L’attuale situazione organizzativa dell’Area Vasta 5, inoltre, necessita di una immediata revisione in quanto non è più accettabile che, per garantire i livelli essenziali di assistenza, si violino, con una costanza inaudita, i basilari diritti dei dipendenti sanciti dai Contratti Nazionali di Lavoro e da specifiche norme legislative con le ripercussioni ambientali che ben si possono immaginare.

Per le motivazioni sopra esposte, qualora il percorso virtuoso intrapreso, finalizzato al
riallineamento delle risorse dei territori, dovesse subire dei rallentamenti o ancor peggio delle
interruzioni, le scriventi intraprenderanno dure e plateali iniziative finalizzate a richiamare
l’attenzione della controparte e soprattutto dei cittadini sulle gravi omissioni perpetrate in danno
a questo territorio, già troppo a lungo vilipeso».

 

Oltre a quanto affermano Cipollini, Rossi e Menzietti, la Rsu dell’Area Vasta 5 «chiede che nella riunione del 15 ottobre, comunque non oltre la fine del mese, così come formalmente concordato, la Regione e l’Asur onorino il debito contratto, pari ad euro 495.000 per far fronte al pagamento delle indennità contrattuali relative ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2021».

 

Sempre la Rsu ribadisce «l’implementazione stabile dei fondi, come da percorso già avviato.
Resta inteso che a livello locale debba proseguire, con assoluta celerità, la contrattazione decentrata a partire dalle materie più urgenti. Tra queste, il riconoscimento dei tempi di vestizione dal 21 maggio 2018, alla data odierna».


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