A quattro giorni dal voto di domenica 25 settembre, prosegue l’approfondimento della Cna di Ascoli sui dieci punti programmatici fissati dall’associazione in vista della prossima legislatura.
Anche alla luce delle tensioni geopolitiche, che da qualche mese tengono in scacco gli equilibri internazionali anche in chiave imprenditoriale, mettendo a repentaglio la stabilità di centinaia di aziende del Piceno attive sui mercati dell’Europa dell’est, la Cna ritiene indispensabile sostenere l’export individuando nuove reti e partner commerciali ai quali proporre le eccellenze tipiche del Made in Italy.
D’altra parte, la crescita costante registrata negli ultimi anni ha visto in prima linea artigiani e piccole imprese del territorio, che con un formidabile mix di competenze e alta qualità hanno saputo conquistare la fiducia dei mercati internazionali tenendo alto il nome del Piceno in tutto il mondo.
È il caso dei settori a vocazione prettamente tecnologica, ma anche dei comparti più tradizionali come quello manifatturiero, che nonostante le diverse criticità che hanno contraddistinto le ultime annate si sono rivelati in grado di reggere l’urto della crisi sanitaria ed economica.
I dati della provincia di Ascoli elaborati dalla Camera di Commercio delle Marche al 31 agosto testimoniano infatti una crescita di 54 attività economiche rispetto al 2021, evidenziando una certa stabilità nei settori delle attività manifatturiere (2.109 imprese attive a fronte delle 2.108 dell’agosto 2021) e una maggiore richiesta prevalentemente concentrata nel comparto delle costruzioni (40 imprese in più rispetto allo scorso anno) e della ricettività (esattamente 1.700 ristoranti e strutture alberghiere, contro i 1.683 del 2021).
In calo solo il settore primario, con agricoltura, silvicoltura e pesca a fare i conti con la perdita complessiva di 29 attività.
Per proseguire nel percorso di crescita delle Pmi, anche al di fuori dei confini nazionali, sarà però necessario poter contare sull’indispensabile sostegno delle istituzioni, che avranno il compito di affiancare imprese e associazioni di categoria nel processo di selezione di ulteriori interlocutori commerciali, così da accedere alle catene globali del valore e consolidare la presenza del Made in Italy anche su nuovi mercati.
«In una società fortemente interconnessa come quella in cui viviamo – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna del Piceno – la distanza fisica dai mercati di riferimento non rappresenta certo un ostacolo insuperabile per le nostre piccole imprese, che con coraggio, tenacia e voglia di mettersi in gioco hanno saputo far fronte alle difficoltà degli ultimi tempi e ora vogliono continuare a crescere sfruttando nuovi canali commerciali.
Come associazione continueremo ad accompagnare i nostri imprenditori in questa direzione attraverso attività di consulenza e specifiche iniziative di formazione, convinti che un sapiente mix di qualità e innovazione sia in grado di creare nuove opportunità in tutto il mondo».
Piccole, sì, ma capaci di pensare in grande: le aziende del Piceno hanno un enorme potenziale in termini di export, che Cna intende sviluppare attraverso tre semplici proposte da presentare al Governo che dalle prossime settimane avrà il compito di guidare il Paese.
L’elaborazione di un programma di informazione sulle opportunità offerte in termini di internazionalizzazione dovrà rappresentare il punto di partenza di una nuova politica commerciale orientata all’export, da consolidare attraverso la riconferma dell’esperienza dei Temporary Export Manager – in modo da rafforzare la presenza internazionale delle imprese – e lo sviluppo di nuove strategie e strumenti di promozione per identificare opportunità, eventi e canali di comunicazione con cui interfacciarsi, con l’obiettivo di entrare a far parte di business communities di respiro internazionale.
«Le eccellenze del Made in Italy rappresentano un patrimonio prezioso per un territorio come il Piceno – afferma Arianna Trillini, presidente della Cna provinciale – che nonostante le avversità del momento non rinuncia ad affrontare con fiducia le nuove sfide offerte dall’export.
Le nostre imprese hanno ancora grandi margini di crescita sui mercati internazionali, che con un opportuno sostegno da parte delle istituzioni potranno riservare importanti occasioni di sviluppo e consolidamento all’estero al tessuto imprenditoriale locale».
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