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Elezioni: Fratelli d’Italia cannibalizza, la Lega dimezza, il Pd continua a perdere voti

ELEZIONI - Il partito della Meloni nelle Marche è arrivato a 222.060 voti, 4 anni fa ne aveva 43.000. A risentirne di più il Carroccio passato dal 17% al 7,9 (100.000 preferenze in meno), ma nel centrodestra calano anche Forza Italia e centristi. I dem eterni secondi si confermano intorno al 20% ma lasciano sul campo circa 30.000 voti. Deludenti gli alleati del centrosinistra. Il M5S dopo l’exploit delle precedenti politiche si assestano come terzo partito con il 13,5%. Sotto le aspettative Italia Viva-Azione
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I risultati del centrodestra negli uninominali della Camera

di Giovanni De Franceschi 

 

Nel centrodestra cambiano i rapporti di forza e a dover leccarsi le ferite è la Lega. Nel centrosinistra, tema dalle alleanze giuste o sbagliate a parte, il Pd continua a non risollevarsi. Il M5S si assesta su nuovi livelli, ben diversi da quelli del 2018. E la novità del Terzo polo (Italia Viva-Azione) al di sotto delle aspettative. E’ il quadro che emerge dai risultati delle Politiche nelle Marche.

 

Iniziando dal centrodestra, non si può non rilevare come Fratelli d’Italia abbia di fatto cannibalizzato gli alleati. Il partito della Meloni, prendendo ad esempio i risultati acquisiti dei collegi uninominali, era al 4,86% e 43.289 voti nel 2018, è arrivata al 29,14%e 222.060 preferenze. In pratica in quattro anni ha quintuplicato i voti, diventando il primo partito in assoluto. A farne le spese soprattutto la Lega nel centrodestra che si è vista più che dimezzare i consensi. Il Carroccio, infatti, è passato dai 153.742 voti del 2018, pari al 17,28%, ai 60.380 voti di oggi (7,92%).

 

Quasi 100.000 voti in meno, che evidentemente sono travasati in FdI. Perde voti anche Forza Italia: nel 2018 ne aveva 88.305 (9,92%), è arrivata a 51.768 quest’anno (6,79%). Restano sotto l’1% i centristi, che perdono comunque qualche migliaio di voti: quattro anni fa Noi con l’Italia-Udc aveva 8.519 voti (0,96%), oggi Noi Moderati si è fermato a 5.920 (0,78%).

 

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I risultati dei partiti di centrosinistra negli uninominali della Camera

Nel centrosinistra, senza entrare nel merito del discorso alleanze che a conti fatti avrebbe potuto aprire nuovi scenari, il Pd sembra ormai abituato a giocare il ruolo dell’eterno secondo. Riuscendo in ogni caso a perdere qualche decina di migliaia di voti. Nel 2018 ci fu la sorpresa M5S e i dem persero lo scettro di primo partito nelle Marche, arrivando poco sopra il 21%: 189.847 voti (21,33%). Oggi, sono sempre secondi dietro a FdI, ma con meno preferenze ancora: 155.263 voti (20,37%). Insomma altri 30mila voti persi in quattro anni. Molto deludente il risultato ottenuto dagli alleati.

 

Sopra al 3% solo l’Alleanza Verdi e Sinistra Italiana con 25.348 (3,3%). Si è fermata al 2,51% e a 19.110 preferenze +Europa, che comunque ha guadagnato rispetto ai 17.245 voti del 2018. Flop di Impegno civico di Luigi Di Maio (così come a livello nazionale, dove il ministro uscente non è riuscito a rientrare in Parlamento): appena 3.662 voti (0,48%).

 

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I risultati negli uninominali alla Camera di M5S e Terzo polo

Per quanto riguarda il risultato del M5S, va senza dubbio detto che rispetto al 2018 c’è stato un tracollo. Quattro anni fa i pentastellati avevano conquistato 316.417 voti (35,55%), risultando il primo partito in assoluto della regione. Quest’anno i voti sono stati 103.594 (13,59%), un terzo in meno. E’ vero anche però, che il M5S prima della competizione, cioè dopo la caduta del governo Draghi e la rottura col Pd, veniva dato quasi per spacciato, intorno al 10% scarso. Ecco perché in casa grillina c’è chi guarda a questo risultato comunque come una rimonta e un piccolo successo, visto anche il terzo posto assoluto dietro FdI e Pd.

 

Infine, la maggiore novità di questa tornata elettorale: la lista composta da Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Calenda. Alla prima apparizione ha ottenuto 56.429 voti nelle Marche, pari al 7,40%. Quasi sicuramente un po’ al di sotto delle aspettative. In pratica, facendo i conti della serva,  sia Italia Viva che Azione non sono andati al di là di un 3,5% a testa e poco più.


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