Opposizione all’attacco ad Ascoli dopo l’ultimo Consiglio comunale. Nel mirino di Ascolto&Partecipazione, ovviamente, il sindaco Marco Fioravanti. «Nei confronti dell’opposizione il sindaco ha fatto ricorso al consueto repertorio di battute sprezzanti, risolini, accuse senza prove, introduzioni e repliche di durata eccessiva spesso non centrate sugli argomenti e, addirittura, toni alti inneggianti al proprio partito di appartenenza dimenticando, ancora una volta, tutto ciò che il suo ruolo gli impone, ossia equilibrio, terzietà e garbo istituzionale».
Inizia così la replica dei due consiglieri comunali di A&P Emidio Nardini e Massimo Maria Speri. «Sempre più di frequente si verifica che gli atti in discussione vengano posti a conoscenza dei consiglieri a strettissimo ridosso dell’orario di convocazione dei Consigli, impedendo agli stessi di svolgere la propria funzione di controllo e di sindacato ispettivo. E’ assai deprecabile – dicono – la decisione di approvare la proposta di delibera sulla costituzione della “Fondazione Ascoli Cultura” giunta all’approvazione della Commissione Cultura soltanto il giorno precedente, con i testi allegati dell’atto costitutivo e dello statuto che, dopo un nostro attento esame, ha evidenziato numerose lacune e imprecisioni di carattere sostanziale per cui si è reso necessario da parte della struttura dirigenziale operare una completa revisione culminata in un radicale emendamento omnibus articolato in più punti giunto all’attenzione di tutti i consiglieri appena due ore prima del Consiglio e senza addirittura fornire il testo completo ed emendato dei documenti allegati alla delibera».
«Tutto ciò avrebbe dovuto comportare, per ragioni di buona prassi amministrativa, rispetto del Consiglio e soprattutto buonsenso, l’accoglimento della proposta dei consiglieri di opposizione di operare un rinvio per un riesame e una successiva approvazione. Si è deciso invece di tirare dritto, costringendo prima la Commissione e poi il Consiglio a votare praticamente “sulla fiducia” per l’approvazione della delibera e dei documenti allegati che nessuno dei consiglieri presenti ha avuto modo di leggere per esteso. Anche il punto riguardante l’armamento della Polizia Municipale – insistono Nardini e Speri – su cui l’intera opposizione si è espressa in senso contrario, è stato portato in Consiglio nella prospettiva frettolosa e distorta di un obbligo generalizzato a seguito di una motivata nota della Prefettura in cui la questione viene posta in termini di auspicio, per cui sarebbe stato utile ed anzi necessario ricevere preventivamente e con largo anticipo da parte del Consiglio maggiori e concreti elementi di valutazione del contesto generale in cui prendere questa importante decisione, la quale non solo va ad incidere pesantemente sull’operato quotidiano della Polizia Municipale, ma anche e soprattutto sulla sensibilità al problema da parte della cittadinanza e sull’immagine complessiva della città».
«Risulta poi assai poco credibile, e non presente negli atti relativi alla delibera – la conclusione di Ascolto&Partecipazione – la tesi sostenuta in Consiglio dal sindaco e dalla comandante della Municipale in ordine alla scelta dell’armamento su base esclusivamente volontaria».
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