di Salvatore Mastropietro
È ripresa oggi al “Picchio Village” la preparazione dell’Ascoli dopo la domenica di riposo concessa dallo staff tecnico. A due giorni dalla sconfitta interna contro il Modena la ferita è ancora fresca in casa bianconera. L’analisi del ko ha occupato una parte importante della seduta odierna, ma per il resto c’è ben poco da guardarsi alle spalle. Il Picchio è atteso da un trittico di partite prima della fine del mese piuttosto probante: nell’ordine ci sarà da sfidare Bari, Cagliari e Venezia (nel mezzo, il 20, anche la Sampdoria in Coppa Italia). Ma per rialzarsi occorrerà portare a casa punti pesanti a prescindere dall’avversario.
Nell’ambiente, com’è normale dopo un periodo di crisi in cui sono arrivati appena due punti in cinque partite, i malumori continuano a moltiplicarsi. Come spesso accade, tra i primi a finire nel mirino delle critiche è stato mister Cristian Bucchi per ragioni di campo e non. Il suo Ascoli, ad eccezione forse delle gare contro Ternana e Palermo, non ha mai convinto a pieno, tanto che le difficoltà a livello tattico hanno portato lo staff tecnico ad optare per un cambio di modulo (dal 4-3-3 al 3-5-2). Nonostante il momento negativo, comunque, la sua posizione non traballa. Il tecnico classe 1977 gode della fiducia della dirigenza (in primis) e della società, ma è chiaro che tutti si aspettano un rapido cambio di passo a partire dal prossimo impegno.
Più recentemente, invece, sui social (e non) ci si è cominciati ad interrogare sull’effettivo valore del calciomercato estivo condotto dal direttore sportivo Marco Valentini. L’unico nuovo arrivato ad aver convinto, per il momento, è stato Cedric Gondo, autore di poco più del 40% delle reti bianconere che pare tuttavia aver risentito del calo di tutta la squadra anche a livello di prestazioni. In diversi, da Giordano a Donati passando per Adjapong, hanno fatto vedere sprazzi di buone cose, ma comunque troppo poco per trarre indicazioni concrete. Per quanto riguarda, invece, coloro che sulla carta avrebbero dovuto rimpiazzare Baschirotto, Saric e Maistro il bilancio pare essere negativo. Nel caso di Gnahoré, che ha sostituito il partente classe 1997, la sfortuna ha giocato un ruolo importante. Per quanto riguarda gli esterni acquistati per il passaggio al 4-3-3, invece, le risposte arrivate sono ben al di sotto delle aspettative, tanto da essere stato proprio questo aspetto ad aver convinto Bucchi al cambio modulo.
Il confronto con la passata stagione lascia un po’ il tempo che trova (sebbene l’obiettivo più volte annunciato in fase di preparazione sia proprio quello di migliorare quanto fatto lo scorso anno), ma nel guardare le partite dell’Ascoli uno degli elementi che balza maggiormente all’occhio è l’involuzione di alcuni calciatori chiave. Tra questi, ci sono ad esempio Bidaoui, Caligara e Collocolo. I due centrocampisti, in particolare, rappresentano un patrimonio per il club bianconero, che deve fare di tutto per valorizzarli soprattutto in ottica futura. Anche Bellusci, uno dei leader carismatici del gruppo, non sta garantendo quelle sicurezze che aveva quasi sempre assicurato nell’esperienza sotto la gestione Sottil.
Qual è la spiegazione di tutte queste variazioni in negativo? È un discorso tattico, mentale, di forma fisica? Come sempre, le risposte sono composite ed è sbagliato ridurre tutto ad unica spiegazione e ad unico colpevole. Ciò che è certo è che occorrerà porre rimedio al più presto a tutte le lacune evidenziate nell’ultimo mese e mezzo. Da parte della società, che rispetto a simili situazioni presentatesi in passato sta parlando relativamente poco, continua a trapelare fiducia, ma ora c’è bisogno di fatti.
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