di Lino Manni
Ascoli-Cagliari partita non esaltante ma una bella vittoria dell’Ascoli che per un tempo e mezzo, a parte il gol di Dionisi su rigore (rete 115 in B), tira poco o niente in porta. Il Cagliari gioca prevalentemente nella metà campo bianconera ma Guarna non è mai impegnato. Lungoyi allunga la gamba tra il portiere e un difensore e si procura un calcio di rigore. Il predominio del Cagliari è sterile e Botteghin e compagni gestiscono senza affanni il risultato. Si va verso il 90°, poi arriva la partita che non ti aspetti. Mendes realizza il gol del raddoppio e, a questo punto, il risultato sembra essere in cassaforte. “Vamos” urla il portoghese e sugli spalti brindano i tifosi bianconeri che riservano tutte le attenzioni (soprattutto sonore) al solito Lapadula. Ma, come diceva Boskov, la partita finisce quando arbitro fischia la fine. Nei cinque minuti finali, infatti, la gara si riaccende. Guarna non festeggia nel migliore dei modi le 167 partite in bianconero (il portiere più presente nella storia dell’Ascoli) e il Cagliari ringrazia e accorcia. I sardi tornano a crederci mentre l’Ascoli non è più sicuro di avere messo il risultato in cassaforte. Fino alla fine, compreso i cinque minuti di recupero, è una sofferenza. La squadra di Bucchi indietreggia, quella di Liverani produce più palle gol in questo frangente che nel resto della partita. Sale l’incitamento dalla curva mentre Falasco, stremato, stende l’avversario e anticipa tutti i suoi compagni negli spogliatoi per doppio giallo. Guarna si riscatta agguantando un paio di palloni pericolosi. “Arbitro, è finita” è il grido dei tifosi, poi finalmente il triplice fischio, un trillo liberatorio. Questa vittoria ci voleva proprio, il giusto premio per una squadra sempre pronta al sacrificio.
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