di Maria Nerina Galiè
La bella stagione si protrae oltre le aspettative e, per quanto possa essere piacevole allontanare il freddo con tutto quello che comporta, soprattutto quest’anno con lo spauracchio del caro energia, bisogna convivere con dei “piccoli grandi” inconvenienti, come il prolungarsi dell’attività dei calabroni.
Solitamente, questi temuti insetti vanno in letargo con l’arrivo del freddo. Nel frattempo le regine che hanno procreato durante l’estate sono morte, dando vita a “colleghe” in grado di ripopolare gli gli sciami la primavera successiva.
Invece fa ancora molto caldo e le nuove regine continuano a nidificare, cercando sempre nuovi posti dove realizzare con maestria i favi, avvicinandosi sempre di più alle aree urbanizzate.
Negli ultimi giorni i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Ascoli e del Distaccamento di San Benedetto stanno ricevendo numerose chiamate dai cittadini alle prese con nidi di calabroni. Sono almeno cinque, sei al giorno gli interventi che, in gergo, si definiscono “bonifica insetti”.
Nella sola mattinata di oggi, 26 ottobre, erano arrivate già quattro richieste di intervento ed hanno portato i pompieri, bardati di tutto punto per proteggersi da eventuali pizzicate, da Quinzano di Force, a Monsampolo, da San Benedetto ad Ascoli, in via Puglia, “a caccia di calabroni”.
Nidificano non solo nei tronchi cavi degli alberi – che pure spesso si trovano nel giardino di abitazioni – ma anche nei comignoli, nelle canne fumarie da cucina, nei cassoni delle tapparelle e nelle intercapedini dei muri. Trovando fessure o, come è più frequente, finestre aperte, entrano tranquillamente in casa ed è comprensibile che gli abitanti umani tanto tranquilli non restano e si rivolgono ai Vigili del fuoco.
E questo è un bene, sottolineano gli esperti, perché fare gli eroi cercando di debellarli da soli può rivelarsi molto rischioso.
Che fine fanno, poi all’arrivo dei pompieri? Vengono uccisi, proprio perché considerati pericolosi.
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