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Carletto Mazzone, il docufilm “Come una padre” è tra i più visti su Prime

ASCOLI - A pochi giorni dall'uscita, l'opera che racconta la carriera del sor Magara è al sesto posto tra i titoli più cliccati sulla piattaforma on demand. Un racconto che diverte e commuove, filtrato dalle parole dei grandi campioni allenati dal mito. Tra questi, Guardiola: «Con lui ho scoperto cose che non avevo mai sentito a Barcellona. Si vinceva poco, ma quando si vinceva si godeva»
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Mazzone in un’immagine d’epoca tratta da “Come un padre”

 

di Luca Capponi 

 

“Non ci arricchiamo con questo premio, ci arricchiamo se raggiungiamo l’obiettivo salvezza e doniamo questi soldi al figlio di Vittorio”.

 

24 gennaio 2002. È passato un giorno dalla scomparsa del difensore del Brescia Vittorio Mero, morto in un incidente stradale. I suoi compagni di squadra, tra cui Baggio e Guardiola, sono riuniti al centro del campo, ancora sotto choc. A ricordare cosa disse il mister Carlo Mazzone è Emanuele Filippini, che di Mero era compagno di stanza.

Roby Baggio del docufilm

 

«Ancora mi emoziono nel ricordare le sue parole, mi vengono i brividi. Quelle erano le parole di un padre verso i figli, per un gesto che ha una grossa moralità dentro».

 

È uno dei (tanti) momenti emozionanti di “Come un padre”, il docufilm diretto da Alessio Di Cosimo che racconta la carriera del sor Magara, il decano degli allenatori (795 panchine in Serie A, record), la storia del calcio, il profeta delle salvezze, lo stratega. Oppure, ancora meglio, «il papà di tutti, sia in campo che fuori», come lo definisce un certo Francesco Totti.

 

A testimoniare ulteriormente quanto la figura di Mazzone sia amata da appassionati del pallone e non solo, c’è la classifica dei titoli più visti su Amazon Prime Video, piattaforma su cui l’opera è uscita lo scorso 2 novembre: ebbene in pochi giorni “Come un padre” si piazza al sesto posto, primo tra i prodotti di genere sportivo.

Francesco Totti racconta Mazzone

 

D’altronde, una volta cliccato play sul tasto di avvio, con la mitica sigla di “Domenica Sprint” a catapultare lo spettatore dritto dritto in un’altra epoca calcistica (e non solo), risulta difficile non farsi trascinare dalla girandola di emozioni che vedono il piccolo Carletto scorrazzare col pallone e lavorare nell’officina romana di papà Edmondo (anni ’40), poi esordire in A con la maglia della Roma e, nello snodo principale, finire ad Ascoli in prestito per un anno (siamo nel 1960), città in cui trova l’amore, fa l’esordio da allenatore, compie una serie di imprese (portando il Picchio per la prima volta nella massima serie) e da cui non se ne andrà mai più nonostante il lavoro lo porti poi sui campi di mezza Italia.

Guardiola

 

Si ride e si ci si commuove nel racconto che fanno di lui i grandi campioni (ci sono anche Pirlo, Materazzi, Giannini, Ranieri e tanti altri), ma soprattutto ascoltando le parole del figlio Massimo e della nipote Iole, che sul finale regala, insieme al nonno, quella che forse è la scena più toccante, girata all’interno dello stadio “Del Duca“.

 

Anche se a descrivere sinteticamente cosa ha rappresentato per molti tifosi il sor Carletto è proprio Pep Guardiola, uno degli allenatori più vincenti della storia. E che al suo arrivo a Brescia da giocatore, nel 2001, ebbe un impatto non proprio felice tanto che su due piedi pensò subito di tornarsene in Catalogna. Cosa che, per sua fortuna, non accadde.

 

Fatto per cui lo stesso Pep oggi ringrazia il cielo: «Nel Brescia ho scoperto cose che non avevo mai sentito a Barcellona. L’umiltà nella vita va benissimo. Si vinceva poco, ma quando si vinceva si godeva».

 

Una delle scene finali del film

Carlo Mazzone è “Come un padre”, serata di ricordi e grandi emozioni al Ventidio Basso

 

Baggio, Totti e Guardiola raccontano Mazzone nel docufilm “Come un padre”: anteprima speciale tra le cento torri

 


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