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Sisma, bagarre sullo stato di emergenza, Casini: «Sono basita nel Piceno nel 2016 venne dichiarato il giorno dopo»

POLITICA - Il centrosinistra: «Scelta vergognosa», e l'approvazione viene rinviata. Il Governatore Acquaroli ci mette una pezza: «Ad oggi 24milioni di euro sono state le richieste per il sisma, di cui 4 milioni vengono da una serie di Comuni minori e 20 da una richiesta del Comune di Pesaro. Finiamo prima la ricognizione» ma le reazioni non si sono fatte attendere
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L’aula del Consiglio Regionale (Archivio)

di Alberto Bignami

 

Chi l’avrebbe mai detto che nell’occhio del ciclone, durante il consiglio regionale tenutosi ieri, sarebbe finita la ‘Mozione 289’, più semplicemente: “Richiesta dello stato d’emergenza post sisma”. E chi l’avrebbe pensato che a farla ‘tremare’ sarebbe stata la motivazione: «Nel 2016 sono stati più i danni che i vantaggi, perché poi i turisti non venivano nelle Marche per paura».

 

Per comprendere, bisogna però riavvolgere il canovaccio partendo dal momento in cui in aula si va a discutere la proposta d’urgenza di Andrea Biancani, primo firmatario della 289, che ha ringraziato l’aula per averla accettata ricordando come sia stata sottoscritta da tutto il gruppo del Pd, di cui fa parte, e dalla consigliera Marta Lusieri e Luca Santarelli.

 

Andrea Biancani

Il consigliere inizia il suo intervento circondato da un’aura positiva, augurandosi che «Venga colta e votata all’unanimità poiché – ricorda – propone alla Regione di attivarsi immediatamente nei confronti dello Stato anche perché – sottolinea – qualora non venga fatta richiesta, tutti i danni che oggi sia gli enti locali ma anche cittadini e vari imprenditori hanno subìto, dovrebbero essere risolti altrimenti a proprie spese».

Stato d’emergenza che, viene ribadito, è fondamentale per consentire poi allo Stato di prevedere delle risorse dato che «questo – chiosa – è stato un evento sismico eccezionale. Il più forte che ha colpito negli ultimi 90 anni la parte nord della regione e che, fortunatamente, ha visto l’epicentro non a terra ma in mare facendo sì che la forza sismica che si è liberata non ha distrutto, come nel 2016, intere comunità».

Terremoto che comunque «ha procurato dei danni per i quali la conta è ancora in corso, quindi non quantificabili. Danni che occorre che in qualche modo sia lo Stato a farsene carico. Secondo me – conclude – siamo già in ritardo e mi sarei aspettato una richiesta in tempi più rapidi come quando avvenne per l’alluvione. 

Renzo Marinelli

A danni certificati e a

distanza di una settimana – conclude – oggi ancora non ci si è mossi».

Ecco che il presidente della Giunta, Dino Latini, passa la parola al consigliere della Lega Renzo Marinelli il quale fa notare come «di terremoti ne ho vissuti parecchi e dopo una settimana non eravamo nemmeno coscienti di quello che era successo e di quello che stava succedendo. Dico però che sono passati 6 anni e ancora non si è fatto niente (riferendosi al terremoto del 2016). Qui – tornando al sisma del 9 novembre – si sta facendo una verifica dei danni, sopralluoghi e, secondo me, è opportuno prima di dichiarare lo stato d’emergenza avere contezza di quello che è il danno e poi quello che può essere richiesto. Perché, e ritorno al 2016, quando venne fatto lo stato d’emergenza su tutte le Marche, poi ci siamo resi conto che sono stati più i danni che i vantaggi dato che i turisti non venivano. D’estate la gente non prenotava perché c’era lo stato d’emergenza e si era creata una situazione di terrore e di difficoltà. Dico quindi che dobbiamo essere attenti. Alle famiglie che restano senza abitazione verrà dato il supporto necessario però – ribadisce -, evitiamo di prendere dei provvedimenti che poi possono ritorcersi contro anche sulle disdette delle prenotazioni». La mozione per Marinelli «non è da bocciare, ma da rimandare». 

Anna Casini

Letteralmente «Basita – si definisce la collega del Pd, Anna Casini – dalle parole che ho sentito fino ad ora» ricordando poi come nel 2016 lo stato d’emergenza venne dichiarato il giorno dopo il sisma e invitando Marinelli ad andare a visitare il Piceno, dove la ricostruzione è andata avanti al punto che «ogni tanto Acquaroli inaugura anche qualche scuola, si legge – concludendo -. Se non si dichiara lo stato d’emergenza, non si può procedere perché non c’è un conto dello Stato su cui rendicontare. Credo invece che si stia perdendo tanto tempo. Che questo sia il primo caso in Italia in cui, dopo un sisma di magnitudo 5.7, non sia stato dichiarato lo stato d’emergenza».

Ecco che il ‘carico’ lo mette poi Luca Serfilippi (Lega) ricordando che «Le prime foto che abbiamo visto girare del terremoto, sono state quelle della stazione di Ancona, che poteva cadere a prescindere dal terremoto – dice -. Bisogna quindi chiamare lo stato di emergenza quando effettivamente c’è, altrimenti poi perde di valore. La legge – ricorda – dice che prima bisogna fare la conta dei danni. I comuni ancora non l’hanno inviato la conta dei danni dunque, si valuterà poi. Infine – conclude -, ci avviciniamo al Natale. Ci sono delle attività commerciali che lavorano grazie al Natale.

I danni del sisma alla stazione di Ancona

Anche il messaggio che diamo all’esterno su quello che si sta vivendo nella nostra regione è dunque importante. Per fortuna siamo stati minimamente colpiti da questo evento sismico. Le Marche sono quindi pronte ad accogliere i turisti».

E’ il governatore Francesco Acquaroli a gestire la bagarre che, piedi a terra e dati alla mano, fa subito chiara la sua idea: «Non c’è alcun tipo di preclusione rispetto alla richiesta di uno stato d’emergenza. Però – commenta – c’è un lavoro che sta svolgendo tutto il sistema di protezione civile insieme al Cor. C’è una interlocuzione con i Comuni più interessati dalle scosse, che hanno registrato maggiori danni. Ad oggi – cifre nero su bianco – 24milioni di euro sono state le richieste per il sisma, di cui 4 milioni che vengono da una serie di Comuni minori e 20 milioni che arrivano da una richiesta del Comune di Pesaro. Finiamo prima la ricognizione. Se i danni riscontrati e l’assistenza alla popolazione richiede la richiesta dello stato d’emergenza – conclude – lo faremo subito».

 

Sulle dichiarazioni di Marinelli e Serfilippi non si sono fatte attendere, come prevedibile, le reazioni partendo da quelle di Maurizio Mangialardi che le ha definite «Aberranti».
Il capogruppo regionale del Pd afferma che «francamente si resta senza parole di fronte alle esternazioni dei consiglieri regionali della Lega Renzo Marinelli e Luca Serfilippi sul sisma che ha colpito le comunità costiere. E’ un ragionamento semplicemente allucinante ed egoista quello che fa Marinelli – prosegue – che ritiene che la richiesta dello stato di emergenza avanzata dal Pd sia un errore perché così si rischia di scoraggiare i turisti. Mi sorprendono ancora di più però – aggiunge -, le dichiarazioni di Serfilippi, il quale candidamente è riuscito a fare una distinzione

Francesco Acquaroli

tra il “vero e proprio sisma”, cioè quello che nel 2016 ha colpito il sud delle Marche, e quello che la settimana scorsa ha fatto tremare le province di Ancona e Pesaro Urbino: secondo il consigliere della Lega, infatti, in genere ponderato nei suoi giudizi, in questi territori non ci sarebbe una effettiva emergenza. Evidentemente per lui i danni già registrati per milioni di euro ad abitazioni, edifici pubblici, scuole, imprese e chiese, con famiglie sfollate e bambini che non possono andare a lezione, non sono problemi urgenti e non meritano alcuna attenzione da parte della Regione Marche».

Segue quello di Irene Manzi (Pd) che, nel chiedere che «Acquaroli sia di parola e richieda stato emergenza» aggiunge come però «per la destra che guida le Marche lo stato di emergenza per il terremoto può tranquillamente attendere: è molto grave il voto da parte della maggioranza che sostiene il governatore per il rinvio della mozione d’urgenza presentata dai consiglieri di minoranza. Uno schiaffo ai territori e alle popolazioni colpite dall’ultimo sisma – ricordando che – se non si procede immediatamente con la richiesta dello stato di emergenza, a pagare i danni del terremoto saranno i cittadini, le imprese e gli enti locali».

Infine Alessia Morani (Pd) che, circa il rinvio del voto, dice: «Pare incredibile ma lo hanno fatto davvero» rendendo noto che «Tra gli sfollati ci sono anche io. Ad oggi – fa sapere – senza il riconoscimento dello stato d’emergenza le spese sono tutte a carico di chi è stato evacuato. I Comuni sono stati lasciati soli e stanno sostenendo le spese sia per dare un tetto a chi non può stare in una casa pericolante, sia per trovare nuove collocazioni a servizi, scuole e uffici. Per quanto tempo queste famiglie potranno permetterselo ancora? Ma chi governa la regione si rende conto o no della situazione? La destra in regione ha deciso che lo stato d’emergenza non è urgente e che famiglie, scuole e imprese possono aspettare. La destra in regione – conclude – deve solo provare vergogna per questa scelta incomprensibile e ingiusta».



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