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Bollette dell’acqua, Cesaroni ha votato contro l’aumento: spiega il perché e l’alternativa proposta

ASCOLI - Il primo cittadino di Comunanza, reduce dall'assemblea dell'Ato: «Le motivazioni economiche non mi hanno convinto. In ogni caso, dovevano pagare i Comuni non i cittadini»
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Alvaro Cesaroni

 

di Maria Nerina Galiè

 

Aumento delle bollette dell’acqua nel Piceno e nel Fermano: Alvaro Cesaroni, sindaco di Comunanza non ci stava e non ci sta. Ha votato contro la delibera che prevedeva il ritocco delle tariffe, insieme con il collega di Castel di Lama Mauro Bochicchio.

 

E’ andato all’assemblea dell’Ato, ieri 17 novembre, convocata proprio per deliberare il ritocco delle tariffe, con le idee chiare, ma pronto ad ascoltare le motivazioni alla base della misura: «Non mi hanno convinto, ritengo che c’era margine per scelte diverse ed ho anche fatto una proposta. Ovviamente rimasta inascoltata», il suo commento.

 

La bolletta dell’acqua peserà di più sulle tasche dei cittadini a partire da gennaio 2023. L’aumento è previsto, però, anche per l’anno in corso: «E già questa mi pare una grande scorrettezza».

 

Il 2022 sarà recuperato a partire da giugno 2023, nell’auspicio comune che he migliori la situazione economica generale. Anche su questo Alvaro Cesaroni ha da dire: «E’ contraddittorio. Se il piano d’ambito si può rivedere a giugno prossimo, perché non farlo subito? Ci sarebbe stato tutto il tempo, discutendone con i Comuni.

 

La diffida dell’Arera è arrivata ad ottobre, ma la richiesta di riattivare l’iter per il ritocco delle tariffe è di aprile. Invece, ancora una volta, ogni decisione è stata presa dai Comuni maggiori, lasciando in disparte gli altri».

 

Poi, sulle difficoltà economiche a fronte dell’impennata dei prezzi di materie prime ed energia elettrica, il primo cittadino di Comunanza ha affermato: «Il disegno che ne è uscito è stato quello di un’azienda che senza gli aumenti rischia il default. Ma la Ciip ha chiuso il bilancio con 6 milioni di utili. La previsione per il 2025 è di 14 milioni. Tutti questi problemi economici non li vedo».

 

Ed ancora, continuando sul questo aspetto Cesaroni sottolinea: «La Ciip spa non è una “normale” società per azioni che quindi deve produrre utili. Eppure è stata trattata come se lo fosse, ma nel modo più sbagliato».

 

Arriva quindi la proposta: «Un “normale” società per azioni, quando attraversa un momento di difficoltà, qualunque sia la causa, convoca i soci, chiede un aumento di capitali e si va avanti.

I soci della Ciip sono i Comuni. A loro doveva essere chiesto di tirar fuori le risorse necessarie ed i cittadini non ne avrebbero risentito. Qui invece si è deciso di percorrere la strada più “semplice”: si sta chiedendo ai cittadini di pagare».

 

Da una criticità, data da una scelta difficile quanto impopolare, alla polemica politica, il passo è stato corto: «Sì, in assemblea sono emerse anche rivendicazioni politiche. Per me del tutto fuori luogo. Qui non è questione di colori o bandiere, ma di famiglie. Noi a Comunanza, come in altre località, stiamo cercando di aiutarle con misure mirate. Adesso dovremo estendere i sostegni anche per permettere ai cittadini di fare fronte alla bolletta dell’acqua».

 

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