di Giuseppe Di Marco
Sulla vicenda Areamare ora non c’è più soltanto un appello in Consiglio di Stato, ma anche un secondo ricorso al Tar Marche. La società privata ha infatti chiesto al tribunale amministrativo che venga applicata la sentenza emanata lo scorso luglio, e che quindi venga data una risposta nel merito della questione.
L’esito del primo ricorso al Tar è ben noto: secondo tale pronunciamento, l’unico organo che può prendere decisioni e quindi esprimersi sulla proposta di variante urbanistica è la giunta comunale. A seguito di ciò il privato ha esortato la giunta a rispondere, interpretando la sentenza come un vincolo attribuito all’organo amministrativo. Per tutta risposta, il Comune ha negato l’esistenza di alcun vincolo, riservandosi ogni decisione su tempi e modalità di risposta.
La replica dell’ente non è piaciuta ad Areamare, che quindi ha deciso di impugnarla al Tar. La discussione fra le parti è stata dunque fissata per l’11 gennaio.
Ma non finisce qui. Il privato sta anche valutando la possibilità di intentare una nuova azione legale nei confronti del Comune, stavolta per via giurisdizionale ordinaria. L’eventuale causa potrebbe riguardare la richiesta di risarcimento per le risorse che la società ha investito al fine di produrre i progetti sottoposti al vaglio dell’ente e dell’Agenzia delle Entrate, che nel 2019 ha anche fissato il contributo straordinario da corrispondere al Comune per ottenere la licenza di costruire.
La proposta di variante Areamare, va ricordato, prevede la realizzazione di 18 edifici residenziali tra Porto d’Ascoli e Sentina. Più nello specifico, 10 fra villette e palazzine sul terreno compreso tra Via Scarlatti e Via del Mare, e altre 8 costruzioni sul lotto adiacente a Via del Cacciatore.
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