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Barriere sul lungomare, il Comune scrive ai balneari: «L’accesso in spiaggia deve essere garantito»

SAN BENEDETTO - Gli uffici di Viale De Gasperi ricordano le norme per l'installazione di attrezzature poste a protezione delle concessioni. Quante di queste recinzioni sono in regola, e quante invece dovranno essere rimosse?
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Le barriere frangivento sul lungomare

 

di Giuseppe Di Marco

 

Quante e quali sono le barriere e le recinzioni in regola sul lungomare? A chiederselo è il Comune di San Benedetto, che stamattina ha scritto una lettera ai balneari informandoli delle norme che consentono l’installazione di tali attrezzature lungo la passeggiata che ha reso famosa la Riviera delle Palme.

 

La missiva, inviata a tutte le federazioni e ai sindacati di categoria, inizia ricordando che le opere autorizzate a carattere stagionale devono essere rimosse al termine della stagione, vale a dire non oltre il 31 ottobre. Quest’ultime, inoltre, non possono essere posizionate prima dell’inizio della nuova stagione, che parte dal 1° aprile.

 

L’Amministrazione comunale fa poi presente che qualora uno stabilimento si doti di recinzioni o protezioni, deve comunque garantire la massima “visitabilità” delle concessioni, l’accessibilità al mare e la visibilità di quest’ultimo dalla passeggiata del lungomare, partendo dal presupposto che le recinzioni debbano avere un impatto estetico limitato al minimo, con lo scopo di preservare il decoro e la naturalità dell’area.

 

La lettera non lesina certamente i presupposti normativi di quanto scritto, e quindi cita il Piano Spiaggia comunale, secondo cui ogni tipo di recinzione opportunamente autorizzata dal comune, deve lasciare per ogni concessione almeno un varco di accesso sull’arenile di almeno 2,5 metri, e non deve superare 1,8 metri di altezza. In aggiunta, viene tirato in ballo il Piano Regionale di Gestione Integrata delle Zone Costiere per il quale le eventuali recinzioni devono trovarsi a 1,5 metri dai corpi di fabbrica.

 

L’iniziativa comunale non viene accolta in modo favorevole dalla categoria. «Noi non vediamo la necessità di togliere le recinzioni, perché abbiamo più di mille metri di spiagge libere con relativi passaggi – dichiara Giuseppe Ricci, dello chalet Stella Marina – Tenere gli stabilimenti aperti è un rischio: c’è gente che ci va a dormire, o chi li deturpa con atti vandalici. Si rischia di generare una situazione senza controllo. Ritengo questa iniziativa inutile, pertanto l’Itb chiede un incontro con l’amministrazione».

 

Più morbido, invece, il parere di Marco Calvaresi: «A novembre una lettera così è una sorpresa, anche se posso capire le motivazioni degli uffici comunali – aggiunge il titolare del Pescatore – Io non ho nessuna recinzione, ma a molti tutto questo creerà dei grattacapi. In tutta Italia gli chalet vengono protetti da barriere antivento. Esteticamente, è vero, queste hanno un effetto non indifferente, ma il nostro ingresso al mare è sempre garantito, non è come nel Tirreno».


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