di Maria Nerina Galiè
Sono circa una trentina i posti auto riservati ai pazienti che devono sottoporsi a dialisi all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli. Ben segnalati da apposita cartellonistica. Si trovano proprio di fronte al centro Dialisi.
Eppure è un’odissea, per gli stessi o per i familiari che li accompagnano, trovarli liberi. E spesso devono ricorrere al parcheggio a pagamento.
Il disagio è stato segnalato da una donna che deve accompagnare il marito, con problemi di deambulazione, alle sedute periodiche: «I parcheggi riservati alle persone dializzate all’interno dell’ospedale di Ascoli vengono occupati da qualsiasi persona che non solo non ha esposto il permesso della dialisi, ma nemmeno un tagliando di parcheggio per disabili.
Così ogni giorno sono costretta a lasciare mio marito su una panchina, da solo, mentre cerco un posto a pagamento».
Il problema è confermato anche da Michele Giovanili, delegato territoriale Aned (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e trapianto): «E’ vero. I posti spesso non si trovano. A meno che non si vada in ospedale prima delle ore 7,30. Nelle ore successive e, soprattutto nelle prime del pomeriggio, quei posti sono utilizzati da tutti quelli che devono recarsi nelle altre strutture, dal laboratorio analisi alle visite».
Giovanili ha fatto presente la questione anche al direttore di Area Vasta 5, Massimo Esposito, nel giugno scorso, ricevendo rassicurazioni sul fatto che tutta l’area parcheggio dell’ospedale doveva essere riorganizzata.
Sono passati oltre 6 mesi, ma evidentemente non è stata adottata nessuna soluzione.
Parcheggi riservati e segnalati ma senza nessun controllo, ha riferito la nostra lettrice che si è rivolta anche alla Polizia Municipale di Ascoli.
«Trattandosi di un’area privata – spiega Giovanili – i Vigili urbani non possono intervenire, multando gli automobilisti che non hanno titolo».
Avere il “titolo” per posteggiare l’auto nei posti riservati ai dializzati apre un altro capitolo, relativo alla privacy.
Ci sarebbe, come pure conferma la signora che si è rivolta a noi, la possibilità di esporre un cartello con scritto “Dializzato”, ma l’idea non è stata accolta a braccia aperte dai diretti interessati.
«Più che comprensibile – sottolinea il delegato Aned – poiché si viola il rispetto della privacy», tuona Michele Giovanili che va anche oltre: «Non lo dico solo per i dializzati. In tutto l’ospedale ci sono posti riservati anche a chi fa, ad esempio, le terapie oncologiche.
E’ assurdo pensare che queste persone debbano esporre il cartello per parcheggiare. Come è pure irriverente dove urlare al citofono il motivo dell’ingresso, davanti ad altri magari, per farsi aprire la sbarra ed entrare con la macchina. Bisogna adottare altre misure».
Ad esempio?
«I parcheggi potrebbero essere contraddistinti da lettere, A, B, C, in base alle diverse specialità. Sul contrassegno da esporre in auto sarà riportata soltanto la lettera corrispondente».
Ma qui emerge l’altra nota dolente: la mancanza di controlli. Inutile organizzare il sistema se gli stalli restano terra di nessuno.
«Appunto – sono ancora le parole di Giovanili – anche su questo è necessario intervenire.
La richiesta alla direzione è: ci sono attualmente 30 parcheggi per dializzati? Ne basta la metà. Ma che si trovi il sistema per non farli toccare da nessuno che non abbia diritto, tutelando nello stesso tempo la privacy del paziente».
I controlli sembra ci siano invece soltanto per il personale del “Mazzoni” che, dotati di permesso per parcheggiare nell’area di pertinenza dell’ospedale, a volte utilizzano anche gli stalli riservati ai pazienti.
Gli addetti ai parcheggi, infatti, possono lasciare sul parabrezza una specie di “ammonimento”. Al terzo scatta per il dipendente l’esonero – per un determinato periodo – dalla possibilità di usufruire dei parcheggi interni dell’ospedale.
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