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Ascoli-Genoa per mettersi alle spalle tutte le negatività

SERIE B - La sconfitta di Pisa figlia di una serie di emergenze senza precedenti con giocatori squalificati, infortunati e a letto con l'influenza. Ma all'Arena Garibaldi è anche riemerso il problema di un attacco incapace di pungere. Quella di domenica con i rossoblù può essere la gara della svolta
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La Curva Nord nell’ultima al “Del Duca” con il Como (foto Ascoli Calcio)

 

di Andrea Ferretti 

 

Gondo squalificato, Dionisi infortunato; Buchel, Simic, Fontana e Baumann a letto con l’influenza, Leali e Gnahorè fuori da tempo, Eramo uscito malconcio a inizio ripresa, Falasco finito all’ospedale con il naso fracassato. E mettiamoci pure il giallo che porta in squalifica Bellusci. Quello dell’Ascoli è un bollettino di guerra che giustifica solo parzialmente la sconfitta di Pisa, e che pone la squadra di Bucchi in grande emergenza proprio in un finale di andata che, comunque, può ancora consegnare un pass duraturo per la griglia playoff.

 

Botteghin (foto Ascoli Calcio)

La sconfitta di Pisa è amara e il rigore griderà vendetta per lungo tempo. La squadra di D’Angelo ha segnato due gol, senza però riuscire ad impegnare mai Guarna, con un rigore a fine primo tempo e un colpo di testa poco prima del triplice fischio. E l’Ascoli? Ha concluso due volte nello specchio della porta. Nel primo tempo con Falasco che ha calciato con il destro (non è il suo piede ma poteva fare meglio) e nel secondo tempo con Palazzino che non è riuscito a dare forza e precisione alla conclusione.

 

A proposito di Palazzino, l’attaccante di 19 anni ha giocato trenta minuti, compresi i nove di recupero, dimostrando di meritare maggior spazio. Lo scorso anno Sottil lo schierò anche titolare. Quest’anno fa fatica anche ad andare in panchina: perché? Per l’Ascoli è un patrimonio che non può e non deve essere vanificato.

 

Collocolo (foto Ascoli Calcio)

A Pisa l’Ascoli ha schierato un undici di emergenza con Collocolo esterno destro, Ciciretti interno, Tavcar in difesa dall’inizio. Quest’ultimo se l’è cavata bene, ma i primi due hanno reso poco o niente. Quasi obbligate le scelte in attacco dove Lungoy ha trascorso più tempo per terra che a correre e dove Mendes non è stato mai pericoloso. Entrambi possono e devono fare di più. Per stazionare nei playoff e giocarsela fino alla fine serve qualcuno che faccia gol. Lo scorso anno questo riuscì a Dionisi e anche a Bidaoui che rispetto al capitano non si sta certo ripetendo. Il fatto che il difensore Tavcar, centravanti aggiunto nel finale, sia andato due volte vicino al gol è motivo di riflessione.

 

Nonostante la sconfitta e la prova opaca del Picchio, i numeri dell’Arena Garibaldi dicono comunque Ascoli: possesso palla 52%-48%, tiri in porta 3-2, tiri totali 8-7, passaggi 282-270.

 

Gondo (foto Ascoli Calcio)

Capitolo Gondo. L’attaccante ha dimostrato il suo valore solo a tratti. Di lui ricordiamo la strepitosa tripletta di Palermo e, soprattutto, le due espulsioni. Dionisi ha 35 anni e anche quando sta bene non può e non deve togliere da solo le castagne dal fuoco.

 

Capitolo portiere. In tanti attendono il ritorno tra i pali di Leali, si spera in gran forma come quando è stato costretto a lasciare per infortunio.

 

La gara con il Genoa arriva nel momento in cui il Picchio è obbligato ad usare non solo il suo potente becco ma anche gli artigli che non ha. Domenica sarà un “Del Duca” gremito, anche da tanti tifosi rossoblù in arrivo dalla Liguria. E’ l’occasione perfetta per mettersi alle spalle tutte le avversità e dare una svolta a questo finale di andata.

 

Grazie ad una fortunata concomitanza di risultati nelle ultime giornate, del resto l’Ascoli in classifica è rimasto sempre lì. Dopo l’ultima vittoria di Venezia del 28 ottobre, però: pareggio a Brescia, sconfitta interna col Frosinone, pareggi col Sudtirol a Bolzano e con il Como al “Del Duca”, disco rosso a Pisa. Il cammino di chi vuole disputare i playoff non può essere questo.


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