di Andrea Ferretti
Massimo Pulcinelli deve scendere in campo e deve farlo al più presto. Non per giocare, ma per due incontri a porte chiuse. Il primo deve farlo con Buchel e Bidaoui. Il secondo, subito dopo, con il ds Valentini e l’allenatore Bucchi. I quali, aspettando il loro turno, nella stanza accanto continueranno a discutere di 4-3-3 oppure di 3-5-2 o di 3-4-1-2.
Del resto lo fanno da questa estate, da quando Bucchi volle quattro esterni alti che avrebbero potuto fare la differenza, che non hanno fatto per diversi motivi (Bidaoui, Falzerano, Lungoyi, Ciciretti) e due esterni bassi (Donati e Giordano) che hanno finora fatto bene, soprattutto quando si è passati dal 4-3-3 al 3-5-2, cioè il modulo richiesto a furor di popolo (vero Valentini?) e di scarsità di risultati (vero Bucchi?). Per motivi diversi, poi, con la difesa a tre ha perso il posto da titolare Bellusci, che comunque non sembra quello dello scorso campionato. Ed ha perso il posto Buchel che nella prima parte di campionato era sempre tra i migliori, invidiato da altre squadre, capitano quando Dionisi era in panchina, braccato dagli allenatori avversari con gabbie studiate per togliere all’Ascoli la mente pensante. Il boato quando nella ripresa è entrato in campo contro la Reggina l’avranno sentito pure Pulcinelli, Valentini e Bucchi.
E adesso cosa viene fuori? Ufficialmente ancora niente. Ma Pulcinelli, finora, non si è espresso né su Buchel né su Biadaoui lasciando automaticamente spazio alle illazioni, alle mezze (mica tanto mezze) parole del ds Valentini, addirittura i sondaggi dei tifosi sui social. Per questo deve intervenire il patron. Ne ha tutto il diritto (e dovere) perchè a fine mese paga lo stipendio sia a Bidaoui e Buchel che a Valentini e Bucchi. Al mister ha anche fatto trovare sotto l’Albero di Natale il prolungamento di contratto.
Buchel e Bidaoui non si toccano. Il primo è uno dei pochi play ancora in circolazione. Il secondo è l’unico giocatore dell’Ascoli in grado di saltare l’uomo. Bucchi non può impiegare il belga-marocchino perché il suo modo di giocare, dopo il rinnegato 4-3-3, non collima con il 3-5-2? Ma per favore. Che Bucchi faccia allora una telefonata a Sottil per chiedergli come mai Bidaoui lo scorso anno fece così tanto bene anche partendo dal primo minuto come seconda punta.
E’ chiaro che un allenatore più elastico ed esperto troverebbe sicuramente il modo di schierare la squadra anche con Bidaoui accanto a una vera punta. Del resto Bucchi lo ha fatto più volte con Lungoyi che non risulta abbia fatto sfracelli nel girone di andata.
Elasticità Bucchi e Valentini, elasticità. E magari ricordatevi di un certo Gheorghe Hagi, il rumeno che faceva il playmaker, ispirava le punte e andava spesso anche in gol (con il Brescia segnò pure al “Del Duca”) giocando con i piedi quasi sempre sopra la linea del fallo laterale. Nessun allenatore ebbe mai da ridire su questa sua caratteristica che ne fece uno tra i più forti giocatori del mondo del secolo scorso, più volte candidato al Pallone d’Oro.
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