di Andrea Ferretti
Le voci si rincorrevano da settimane. Lui non l’aveva mai negato, ma neppure confermato. Ora Guido Castelli è il nuovo commissario alla Ricostruzione post sisma 2016. La presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni ha firmato il decreto di nomina che, per diventare ufficiale tra un paio di settimane, dovrà passare al vaglio della Corte dei Conti. Una formalità.
Continua dunque la scalata di Castelli, 57 anni, ascolano nato a Siena e cresciuto ad Offida, per dieci anni (dal 2009 al 2019) sindaco di Ascoli e, prima ancora, nell’ordine, consigliere comunale ad Offida, consigliere della Provincia di Ascoli, la fascia tricolore nel capoluogo, poi assessore regionale con delega, tra le tante, alla Ricostruzione. E infine senatore con l’ingresso a Palazzo Madama con l’elezione dello scorso settembre nelle fila di Fratelli d’Italia, lo stesso partito di Giorgia Meloni.
Molti sindaci del cratere, tra cui diversi della provincia di Ascoli, ma anche numerose associazioni (su tutte quelle attive nel territorio di Arquata del Tronto) nelle scorse settimane si sono apertamente schierati a favore di Giovanni Legnini quando sembrava che non ci fosse spazio per la proroga della sua nomina, in scadenza il 31 dicembre. Ma poi, quando è prepotentemente spuntato fuori il nome di Castelli, le “armi” sono state riposte, anche se non tutti all’interno di Fratelli d’Italia sembra fossero favorevoli alla nomina del senatore ascolano.
C’è chi come successore di Legnini avrebbe voluto un abruzzese (Pd), chi un umbro (Lega), ma alla fine la premier ha messo tutti d’accordo. E non solo perchè ha tenuto conto che, delle quattro, le Marche sono la regione più colpita dal terremoto del 2016-2017 e quella che ha pagato di più in vite umane, ma anche perchè nessuno come Castelli – prima come sindaco di Ascoli e poi come assessore alla Regione Marche – poteva conoscere meglio la situazione.
Le tessere del puzzle, insomma, alla fine c’erano tutte e sono state sistemate al posto giusto con il nuovo commissario alla Ricostruzione che nei territori ancora feriti, alcuni irrimediabilmente, è insomma “uno di casa”.
Sulla sua nomina ha spinto non poco il governatore delle Marche Francesco Acquaroli, facendo valere il suo ottimo feeling con la Meloni. Lui sa bene quello che Castelli può dare, ed ha avuto modo di toccare con mano le qualità del senatore ascolano durante il periodo in cui è stato uno dei sui bracci destri a Palazzo Raffaello.
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