Il comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” torna alla carica: stavolta, il dottor Nicola Baiocchi e gli altri membri dell’associazione non avanzano rivendicazioni in ambito squisitamente sanitario. Il gruppo rivierasco chiede infatti l’istituzione della doppia Provincia “Ascoli-San Benedetto” attraverso una lettera aperta al sindaco Antonio Spazzafumo, ai suoi omologhi della Riviera, alle associazioni, i sindacati e gli soggetti istituzionali.
«Il comitato “Salviamo il Madonna del Soccorso” denuncia da tempo quello che sta succedendo al nostro ospedale – scrive il presidente Nicola Baiocchi – ed ormai lo stato in cui versa è sotto gli occhi di tutti: privato progressivamente di reparti, servizi, personale, spazi, apparecchiature adeguate – ad esempio la Tac, vecchia e spesso ferma per guasti ricorrenti – e, come ultimo smacco in ordine temporale, la cancellazione della città di San Benedetto dalla nuova denominazione dell’Azienda Sanitaria Territoriale – Ascoli Piceno che sostituisce l’Area Vasta 5 Ascoli Piceno-San Benedetto, denominazione che anticipa un prevedibile trasferimento di tutti gli uffici amministrativi superstiti verso l’ospedale provinciale.
Dunque, preso atto della progressiva e apparentemente inarrestabile perdita di servizi, opportunità, investimenti, dotazioni di organici in tutti i settori, causata da una squilibrata assegnazione e da un conseguente irrazionale utilizzo delle risorse, la cui origine scaturisce dal non essere San Benedetto capoluogo di Provincia, il comitato propone di mettere in atto ciò che è già stato realizzato nella Provincia di Pesaro–Urbino: trasformare la Provincia di Ascoli in Provincia di Ascoli–San Benedetto, al fine di ottenere una equa ripartizione di tutte le risorse: regionali, statali e comunitarie.
Considerato inoltre che negli ultimi venti anni l’andamento demografico provinciale è in ascesa su tutto il territorio costiero come nella valle del Tronto, dalla foce sino a Castel di Lama, mentre è in netto calo nell’entroterra ascolano, nonostante il grande dispiegamento di fondi degli ultimi anni, il comitato ritiene non più rinviabile un riequilibrio del potere politico, economico e decisionale tra Ascoli e San Benedetto, riequilibrio che passa anche ed in primo luogo attraverso l’istituzione nella doppia provincia, indispensabile per condividere ed attuare in modo efficace e sinergico le future scelte strategiche del Piceno, finora stabilite unilateralmente e senza condivisione, e spesso a nostro discapito, dalla politica ascolana.
Questo risultato potrà essere ottenuto solamente con la consapevolezza e la diretta partecipazione di cittadini, politici locali, forze dell’ordine, avvocati costieri, albergatori, balneari, commercianti, sindacati, associazioni che operano nel sociale, nella cultura ed in ogni altro campo, per i sicuri benefici che ne conseguirebbero in favore del comparto turistico, dei servizi sociali, della sanità, della sicurezza.
Del resto un atto amministrativo fondante esiste già, ed è costituito dalla mozione Falco-Curzi che, nell’ottobre 2020, l’amministrazione Piunti votò all’unanimità, relativa proprio alla volontà politica di iniziare il percorso amministrativo e politico sulla strada dell’istituzione della provincia Ascoli Piceno-San Benedetto: spetta al sindaco Spazzafumo riconfermare questa volontà e renderla realtà, con il supporto, a prescindere dai colori politici, di tutti i cittadini e le istituzioni dei comuni costieri e limitrofi, che vanno chiamati alla coesione su questo tema fondamentale.
Ciò detto, invitiamo sin da ora tutte le autorità, in particolare i rappresentanti politici in regione, le istituzioni cittadine, i sindaci del territorio e le categorie in indirizzo, ad un convegno informativo da organizzare con il supporto delle stesse Istituzioni del territorio della costa e del suo immediato entroterra, per iniziare un percorso di piena informazione e consapevolezza dei tanti vantaggi della doppia Provincia.
E’ chiaro che il nostro comitato persegue con convinzione questa battaglia politica in quanto strettamente legata allo stato della nostra sanità, poiché è ormai altrettanto chiaro quanto il fatto di non essere provincia al pari di Ascoli Piceno ci renda oggetto di iniquità e squilibri inaccettabili e di privazioni che minano alla radice un diritto fondamentale dei nostri concittadini, quale il diritto alla salute ed alle cure.
E, per far comprendere ancora meglio il valore di questa opportunità e possibilità, nei successivi comunicati mostreremo ai cittadini ed a tutta la classe politica territoriale e regionale le carenze procurate e la sofferenza del nostro ospedale e dei suoi operatori, e lo faremo utilizzando i dati ufficiali inconfutabili dell’Azienda Sanitaria Territoriale Ascoli Piceno».
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