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«Infernale il tratto piceno di A14, riusciremo mai ad avere una percorribilità normale»

ASCOLI - Così tuona il presidente provinciale e consigliere nazionale Fnaarc, Tullio Luciani: «Siamo profondamente addolorati per l'ultimo tributo di sangue pagato, che si somma ai ritardi che gravano sugli agenti di commercio, spina dorsale dell'economia nazionale» 
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L’ultimo tributo di sangue sull’autostrada A14 addolora anche gli agenti di commercio della provincia di Ascoli: «Riusciremo ad avere una percorribilità normale?» si chiede il presidente provinciale e consigliere nazionale Fnaarc, Tullio Luciani.

 

Il riferimento è al tragico incidente avvenuto la notte del 13 gennaio scorso, costato la vita al 45enne Samuele Cotichini.

«Finito il periodo festivo natalizio, quando i lavori sono stati sospesi, la percorribilità del tratto piceno dell’autostrada è tornata al suo consueto livello di difficoltà a causa dei lavori nei cantieri riaperti», fa notare Luciani.

 

«Purtroppo – continua il presidente provinciale Fnaarc – oltre ai ritardi dovuti a file e rallentamenti vari che non pochi danni creano agli agenti di commercio, per lavoro abituati a trascorrere gran parte del lavoro in auto, si sono verificati anche incidenti mortali che hanno contribuito ad aggravare ancor più la fama di tratto infernale da Porto San Giorgio a San Benedetto».

 

«Siamo profondamente addolorati per questo tributo di sangue pagato nel tratto incriminato – tuona Tullio Luciani – tributo che si somma alle varie problematiche che aggravano i costi di un settore, quello degli agenti di commercio, vera spina dorsale dell’economia della nostra Nazione, capace di sviluppare circa il 70% del prodotto interno lordo». 

 

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