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Carnevale, anche gli Zanni del Garrafo scaldano i motori: la festa dei colori è qui

ACQUASANTA TERME - Dopo la sosta forzata dovuta alla pandemia torna anche la caratteristica manifestazione che si tiene tra le frazioni di Pozza e Umito. Appuntamento il 18 febbraio con musica, balli, canti, soste enogastronomiche ma soprattutto con le variopinte maschere che affondano la loro origine nell'antichità
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di Luca Capponi 

 

Festa, musica, strani personaggi dai variopinti copricapi, teatro di strada, folklore, organetti che suonano. Ma soprattutto tradizione. Che, nonostante tutto, resiste ai segni del tempo.

 

Gli Zanni del Garrafo scaldano i motori. Anche loro pronti a scendere di nuovo in pista dopo i disastri del Covid. Tutti a distanza dal 2020. E anche questo Carnevale, uno dei più antichi e particolari del Piceno, costretto a fermarsi.

Gli Zanni di Acquasanta

 

Ma ora anche a Pozza e Umito, nel comune di Acquasanta Terme, è ora di ripartire. Perché è qui, nella distanza tra le due frazioni (poco più di un chilometro, siamo a circa 600 metri di altitudine), che ogni sabato di Carnevale si tiene la caratteristica manifestazione. Quest’anno, dunque, l’appuntamento è per il primo pomeriggio del 18 febbraio, quando gli Zanni si ritroveranno ad Umito per percorrere il tragitto fino alla vicina Pozza, tra balli, canti e…soste enogastronomiche.

 

«Torna un evento importante che tre anni fa, prima della sospensione per la pandemia, richiamò oltre 1.000 persone da tutta la regione -spiega il sindaco di Acquasanta, Sante Stangoni-. L’auspicio è che si riparta da dove abbiamo interrotto e che si cresca sempre di più come popolarità e visitatori».

 

Difficile datare con precisione un evento del genere, antico ma rimasto sempre un po’ defilato, anche per via della collocazione geografica. Di sicuro c’è che gli Zanni nostrani affondano le radici nel teatro comico dell’antica Roma e dal personaggio omonimo, in seguito divenuto maschera della commedia dell’arte. Il nome Zanni è una versione veneta del nome Gianni, molto diffuso nella campagna Lombardo-Veneto: che siano stati loro ad importare la maschera nel Piceno, dove erano giunti per lavorare il travertino?

 

Fatto sta che questo inconfondibile travestimento, caratterizzato da altissimi cappelli ricoperti di strisce colorate e da una la spada (la staiola), ma soprattutto dalla fotografia, in cima, della donna amata. Già, perchè anche all’epoca il Carnevale rappresentava un momento sì di ilarità, ma anche utile a trovare il coraggio per…proporsi. Non a caso, tra i personaggi del corteo, vi è anche una coppia di sposi

 

«Siamo pronti a ripartire col percorso di valorizzazione degli Zanni che, purtroppo, negli ultimi anni ha dovuto subire diverse interruzioni dovute prima al sisma poi al Covid -aggiunge l’assessore Elisa Ionni-. L’obiettivo è quello di preservare il nostro Carnevale anche attraverso gemellaggi e scambi culturali con realtà simili, come fatto in passato, ad esempio, con il comune di Castiglione Messer Marino, in provincia di Chieti. Quest’anno, tempo permettendo, abbiamo previsto camminate ed escursioni nella giornata di sabato, a breve ufficializzeremo il programma»

 

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