facebook rss

“Lo Statuto ritrovato”, una pergamena trecentesca riscrive la storia di Castel di Lama

CASTEL DI LAMA - La scoperta di un antico documento in latino nell’archivio parrocchiale della chiesa di Santa Maria in Mignano da parte del professor Giuseppe Marucci e del parroco Don Paolo Sabatini ha riportato alla luce un importante tassello di storia comunale. Significative le analogie emerse dal confronto con il già noto Statuto del 1545. Studiosi, cittadini e ragazzi delle scuole insieme per celebrare un ritrovamento eccezionale per la comunità lamense, con il gruppo Rievocazione storica coordinato dal maestro Leonardo De Carolis, dame e alfieri delle sei “Ville” a impreziosire una mattinata di confronto e condivisione
...

 

di Federico Ameli

 

Oltre due secoli di storia comunale tornati alla luce grazie a uno straordinario ritrovamento. È quanto accaduto a Castel di Lama, che un anno e mezzo fa, nel bel mezzo delle operazioni di riordino dell’antico archivio parrocchiale di Santa Maria in Mignano a Piattoni, ha finalmente potuto aggiungere un tassello fondamentale e finora sconosciuto alle proprie antichissime origini.

La chiesa di Santa Maria in Mignano (foto G. Vecchioni)

 

Merito del professor Giuseppe Marucci e del parroco Don Paolo Sabatini, che nel luglio 2021, mettendo ordine tra le carte della chiesa, si sono imbattuti in una pergamena trecentesca in cui, scritte in latino, erano riportate alcune rubriche dello Statuto del Castrum Lamae.

 

Una scoperta del tutto inattesa, che ha di fatto spalancato una finestra su un periodo storico di cui in paese mancavano testimonianze dirette e nel quale, evidentemente, furono stabilite le prime regole di vita comunitaria, in un significativo passo indietro di circa 200 anni rispetto al ben noto Statuto delle Ville della Lama approvato nel 1545, di cui si conserva il testo quasi nella sua interezza.

 

Come fatto notare dal professor Marucci, dal confronto tra i due statuti è emerso che le rubriche riportate nel documento trecentesco relative al libro sui “Danni dati” – ai beni privati o comuni, con delle pene regolate dagli stessi statuti comunali – risultano sostanzialmente identiche a quelle trascritte nello Statuto cinquecentesco.

 

«Il risultato non è solo importante per gli studiosi – afferma Giuseppe Marucci – ma rappresenta anche un forte contributo alla crescita della memoria e della identità collettiva di tutto il territorio.

Giuseppe Marucci

 

Lo Statuto è un appiglio, un’ancora, la prova documentale di una storia passata, la bandiera che può tenere la comunità unita intorno al valore della sua antica esistenza.

 

Il nostro presente, la nostra vita, hanno in se la memoria e il senso di un passato che si intreccia, ci rappresenta, ci identifica. Resta in una memoria ogni nostra azione, una memoria comunitaria che è nostro dovere conservare e tradurre, affinché il nostro presente sia attesa, e prosegua nella libertà il cammino di una comunità che è fatta di pietre, vecchie e nuove, vicine e lontane, lisce e ruvide, ma comunque nostre».

L’intervento del professor Marucci in sala consiliare

 

Per celebrare al meglio l’eccezionale ritrovamento, lo scorso sabato 11 febbraio la sala consiliare del Comune di Castel di Lama ha fatto da cornice alla presentazione del volume dedicato alla scoperta della pergamena trecentesca, “Lo Statuto ritrovato”, a cura del professor Marucci con interventi di Don Paolo Sabatini, Maria Elma Grelli, Laura Ciotti e Brunella Graziani.

 

Una mattinata di condivisione e confronto che ha visto studiosi, rappresentanti delle istituzioni, cittadini e i ragazzi della scuola media del paese, accompagnati dalla preside Maria Vitali, riflettere insieme sulla rinnovata storia della comunità lamense.

Le dame delle sei Ville lamensi presenti in sala consiliare

 

Particolarmente suggestiva la drammatizzazione della consegna della pergamena trecentesca da parte del priore del Castrum Lamae al podestà delle Ville della Lama e poi al sindaco di Castel di Lama Mauro Bochicchio, messa in scena dal gruppo della Rievocazione storica di Castel di Lama coordinato da Leonardo De Carolis.

 

Presenti in sala anche dame e alfieri delle sei Ville lamensi, custodi di una tradizione che da qualche mese si è arricchita di un nuovo, antichissimo, capitolo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X