di Luca Capponi
«La città è identica, siete riusciti a non rovinarla, si è mantenuta una grande eleganza. L’architettura sempre molto visibile è di fatto straordinaria ed è la stessa che mi affascinò all’epoca, quando capitai la prima volta qui dopo un viaggio pieno di neve e di freddo. Ricordo che a un tratto vidi un cartello con la scritta Ascoli Piceno – Gioli Hotel, mi precipitai perché faceva freddo e avevo paura, ero su un’Alfa Romeo 1900 che col ghiaccio sbandava. Sono entrato nell’albergo, faceva caldo, ed è stato un bel momento. Poi ho scoperto questa piazza meravigliosa e il Caffè Meletti, suo centro nevralgico».
A 92 anni se n’è andato il regista Francesco Maselli, uno dei monumenti della storia cinematografica italiana. A darne notizia, la moglie Stefania Brai.
Citto, come lo chiamavano tutti, aveva legato in maniera indissolubile la sua vicenda artistica alle cento torri, dove nel 1960 girò uno dei suoi film più noti, “I delfini“. Un affresco spietato sulla provincia italiana con tanti nomi importanti, tra cui Claudia Cardinale, Tomas Milian e Gerard Blain, che catturava Ascoli con un bianco e nero stupendo.
Proprio in occasione del 60esimo anniversario di quella bella e indimenticabile avventura, Maselli era tornato in città, ospite delle celebrazioni volute dal Caffè Meletti (leggi qui), che fu tra le location principali. Ricordando tanti passaggi nodali e interessanti della gestazione del film, in origine intitolato, appunto, “Provincia amara”.
Ma Maselli, nato a Roma nel 1930, non fu, ovviamente, solo “I delfini”. Una lunghissima carriera, la sua, costellata di impegno non solo su pellicola (fu uno storico militante del Partito Comunista) e un paio di incursioni (a suo stesso dire fallimentari) nella commedia, documentari e una lista di premi di cui fa piacere ricordare il primo, siamo nel 1955, che ottenne come regista esordiente per “Gli sbandati” alla Mostra del cinema di Venezia. Proprio a Venezia, nel 2021, anche l’ultimo riconoscimento: fu omaggiato con una cerimonia e la proiezione di “Storia d’amore“, che nel 1986 valse la Coppa Volpi a Valeria Golino.
Tra le tante pellicole, obbligo di menzione per “Gli indifferenti”, 1964, in cui diresse un cast di prim’ordine, composto dagli stessi Tomas Milian e Claudia Cardinale, Rod Steiger, Shelley Winters e Paulette Goddard.
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