È considerata una delle chiese più antiche della città, scrigno di tesori la cui vicenda secolare assomiglia a un romanzo storico. Dal fulmine che ne modificò l’aspetto colpendo il campanile nell’agosto del 15oo alle presunte origini paleocristiane fino alle reliquie ivi custodite, tra cui la mandibola di San Vittore.
Sono all’ultima curva le operazioni di riparazione post sisma della Chiesa di San Vittore, gioiello ascolano posto a ridosso del centro, i cui lavori eseguiti dalla “Archeores Conservazione Beni Culturali” sono in fase avanzata. Tra le operazioni da completare nel giro di qualche mese (salvo imprevisti), il restauro pittorico degli affreschi e la demolizione con annesso restauro della pavimentazione, per un cantiere partito circa un anno fa grazie all’importo di 1.000.000 euro in parte concesso dall’Ufficio Speciale Ricostruzione e in parte proveniente dai fondi dell’8×1000.
Tra i principali interventi già messi in atto, invece, quello sulla copertura, la sigillatura delle lesioni prodotte dal sisma, la scarnitura e stuccatura dei giunti di malta, come da progetto redatto dagli architetti Simona Massari e Christian Rubino.
Ascoli, dunque, sta per riappropriarsi di una delle sue chiese più antiche e pregiate. In essa, infatti, si possono ritrovare gli elementi stilistici tipici delle costruzioni chiesastiche del periodo romanico marchigiano, tanto da essere definita come la “matrice architettonica” di tutte le altre chiese ascolane. Non a caso in vari testi è descritta come “antico tempio” o “antichissima Chiesa”; è difficile fornire una datazione relativa alla fondazione, anche se alcune notizie storiche parlano di una sua esistenza precedente al XII secolo.
“È stata questa una delle più antiche plebanie poiché nel 986 aveva già la Cura delle anime, ed era intitolata Plebe”.
Così scrive il Ciannavei nel suo “Compendio di memorie storiche” del 1796, parlando della Chiesa di San Vittore. Sempre Ciannavei, poi, ne localizza la posizione così: “Giace l’antica chiesa Parrocchiale di S. Vittore nel mezzo quasi di una Campagna, benchè dentro la Città, sequestrata da ogni parte dall’abitato, in un angolo, ove può credersi, che ne’ vetusti Secoli Gentili fosse il più bel sito, e frequentato, come si raccoglie dai superstiti avanzi di antichi fondamenti”.
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