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Sanità picena nel caos, ma due certezze da Saltamartini: «Diritti e spettanze saranno riconosciuti, si rispetteranno leggi e norme contrattuali»

L'ASSESSORE regionale interviene sulla difficile situazione che da tempo caratterizza Ast Ascoli, ma soprattutto sulle questioni che la stanno mettendo in ginocchio, a danno di dipendenti e cittadini: gli incarichi di funzione, l'accordo sui tempi di vestizione ed il conflitto tra le diverse sigle sindacali. Ecco le parole del vice presidente delle Marche
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di Maria Nerina Galiè

 

La Sanità picena è nel caos. Sindacalisti pronti a farsi la guerra ed a farla alla direzione, nuova e vecchia. L’impressione è che tra loro c’è chi vuole la testa della commissaria Vania Carignani, chi dell’ex direttore Massimo Esposito. Dipendenti che temono di vedersi spazzare via, con un colpo di spugna, diritti acquisiti con un concorso oppure indennità dovute da anni e mai riconosciute. Cittadini ai quali tali argomenti interessano molto poco, se non nella misura in cui questo dispendio, di risorse ed energie, potrebbe essere dirottato sui servizi.

 

L’assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini, resta a guardare – per ora – ma non come muto spettatore di una performance che ormai va in scena da troppo tempo.

 

Parla, invece, e chiaramente: «Esigo il rigoroso rispetto della legalità e delle norme contrattuali. Non è dirimente chi ha torto e chi ragione, tra Carignani, Esposito, Storti o i sindacalisti. E’ in discussione l’esplicazione, e la conseguente applicazione, di norme contrattuali. E, sulla base di questo, affermo anche che diritti o spettanze dei dipendenti, se riconosciuti dalla legge, non andranno perduti».

 

Due le questioni che stanno facendo tremare Ast Ascoli ma anche chi ha traghettato il passaggio tra Area Vasta 5 e Ast Ascoli: gli incarichi di funzione e l’accordo sui tempi di vestizione.

«Si tratta – dice Saltamartini – di questioni aziendali, nelle quali l’organo politico non può e non deve mettersi in mezzo, in ragione della legge 502 del 1992, che ha tolto alla politica, e per fortuna, la possibilità di interferire su questioni aziendali. E parlo, ad esempio, di concorsi, appalti e accordi anche economici.

Ma c’è un limite all’autonomia della gestione aziendale, dettato dai bilanci, che restano di competenza della parte pubblica: la spesa derivante da ogni atto deve rientrare nel budget».

 

Ed è proprio l’aspetto economico ad esigere chiarezza sull’uno e sull’altro argomento, come spiega l’assessore Saltamartini.

 

INCARICHI DI FUNZIONE – La procedura per gli incarichi di funzione era stata avviata da Esposito a fine mandato, come del resto era accaduto anche nelle altre Aree Vaste della regione. Qui i sindacati si sono spaccati: chi sollecitava i concorsi, chi voleva prima che fossero individuate le risorse.

«Sull’argomento – sottolinea il vece presidente della Regione – dalla Carignani ho voluto ovviamente una relazione.

Ma la mia richiesta, in merito al da farsi, è stata una sola: la rigorosa applicazione delle norme.  Posso dire che il Collegio Sindacale ha fatto dei rilievi sulla procedura. Il passaggio successivo potrebbe essere alla Corte dei Conti.

Ora, in ogni caso, siamo nella fase di avvio della procedura di revoca.

Mi spiego. Prima di rendere invalido un atto deve essere data comunicazione agli interessati ed invitarli a partecipare ad incontri (cosa che in Ast Ascoli è stata fatta con il personale il 29 ed il 31 marzo, ndr), volti a spiegare posizioni e ragioni. Se le ragioni sono fondate, la revoca potrebbe anche non ritenersi necessaria». 

 

TEMPI DI VESTIZIONE – Saltamartini: «Non conosco nel dettaglio la vicenda sui tempi di vestizione.

Ma sono altri gli aspetti che ritengo di fondamentale importanza: quando è nata l’obbligazione al pagamento di tale indennità? Se è prevista per norma contrattuale, la risposta è: da quando non è stata pagata? E perché? Ed ecco il vero problema. L’indennità, se dovuta, doveva o deve essere pagata. Non lo stabilisco io o Storti o Esposito».

Secondo alcuni sindacalisti, il 21 maggio decade il termine per sancire un accordo valido all’ottenimento di somme dovute da 5 anni a questa parte. Gli anni precedenti erano stati in parte recuperati a suon di azioni legali (leggi qui   e leggi qui).

«Se il diritto viene rivendicato nei tempi e nei termini di legge – precisa Saltamartini – non va in prescrizione».

Ed ancora l’assessore regionale: «La questione, anche in questo caso, per poter sancire che l’accordo ha valore o meno, non è se Esposito aveva la delega o il fatto che la Storti ne fosse a conoscenza, oppure no.

E’ centrale il rispetto, o mancato rispetto, del budget nella definizione di un accordo economico. Per la legge che ha regolato le aziende sanitarie e, nel nostro caso, per esplicito dettame della legge regionale di agosto 2022, dove sono state tracciate le linee per la fase di transizione tra Asur e Ast.

A nessun sub commissario serviva una delega per portare a termine atti o accordi. Serviva loro però essere autorizzati dall’apposito organismo regionale, cioè il Dipartimento Salute della Regione, all’eventuale impegno di spesa, in funzione del budget disponibile, per evitare il rischio di splafonamenti. Questo è avvenuto? Lo vedremo.

Ma non saranno i lavoratori a rimetterci, loro che durante il C ovid non si sono risparmiati. Io sono e sarò sempre dalla loro parte».

 

IL RAPPORTO TRA I SINDACALISTI«Inquadro quello che sta accadendo tra i sindacati in un rapporto tra distinti e conflittuali interessi in gioco. I sindacalisti hanno a disposizione efficaci strumenti per far valere le loro ragioni (Tribunali o Aran). La Regione non può mettersi in mezzo.

Tuttavia, ho intenzione di parlare personalmente con tutti i rappresentanti dei lavoratori della Sanità picena, che intanto invito caldamente ad abbassare i toni della protesta».  

 

PEREQUAZIONE  ECONOMICA – Saltamartini:« Proprio per quello che mi compete, anticipo ai sindacalisti che come promesso c’è stato un ulteriore stanziamento di risorse per la perequazione economica  (i famosi 495.000 euro “prestati” per far fronte allo splafonamento del salario accessorio e che dovevano essere restituiti entro ottobre 2022, ndr). La prima tranche era stata pagata, ora ci sono i soldi per la seconda. L’impegno preso è stato mantenuto».

 

 



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