di Luca Capponi
C’è chi manifesta il proprio pensiero con frasi piuttosto eloquenti vergate sull’ennesimo cartello posizionato per segnalare l’ennesima variazione alla viabilità. C’è chi implora di non posteggiare davanti all’entrata perchè, ad alcuni parcheggiatori creativi sembrerà strano, la stessa serve ad un privato per accedere. E poi gli slalom tra i cantieri, la sosta fantasiosa, macchine sulle aiuole o in doppia fila o in controsenso, residenti con un diavolo per capello, pedoni che arrancano, ciclisti che si fanno il segno della croce: se non sembra il vecchio West, poco ci manca. Che poi il vecchio West ha sempre avuto il suo fascino, ma questo è un altro discorso.
Soprattutto perché non siamo ad ovest del Mississippi, negli Stati Uniti del 1800, ma nel centro storico di Ascoli Piceno, nell’anno di grazia 2023. A parte queste “piccole” differenze, il caos sembra però lo stesso. Anzi, forse nel West la situazione era più decorosa.
Basta farsi un giretto nella ormai tristemente famosa zona che comprende Piazza Sant’Agostino, Corso Mazzini, Piazza Cecco d’Ascoli e Via Dino Angelini per rendersene conto. Evitando le ore di punta, però, altrimenti diventa davvero dura anche solo attraversare la strada.
Ecco, dunque, che in una ordinaria mattina di un ordinario giorno feriale, lo scenario che si para davanti è il seguente.
Tralasciando la desolazione che mette addosso osservare la quotidiana fila di auto in sosta vietata (a volte anche in doppia fila su sosta vietata, un record) nel tratto che va dalla semicurva davanti a Piazza Cecco e arriva fino al chiosco dei giornali davanti al Teatro Romano, dove ormai non vale più la pena di spendere altre parole (sono multabili, forse, solo se passa la Tirreno-Adriatico, leggi qui), nonostante la pericolosità e la apparente quanto misteriosa tolleranza di chi dovrebbe sanzionare (che è bene accetta, ovviamente, ma non può divenire la regola), ecco che proprio in Piazza di Cecco spunta un’auto sull’aiuola spartitraffico, proprio davanti ad un albero, all’ombra, senza problemi, beata.
Poco più avanti, come detto, auto su marciapiedi, auto in doppia fila, auto in sosta vietata, gente che va, gente che viene. Osservando bene, però, nello slargo destinato ai parcheggi a pagamento si nota altro: i posti blu “spariscono” misteriosamente a causa delle attività di alcuni negozi che li occupano, spesso per ore ed ore, a volte impendendo anche di sostare chi vorrebbe pagare la tariffa. Perchè? Mistero.
Altro momento catartico (e altro record) per l’auto posteggiata sulla striscia pedonale con scivolo per disabili, con tanto di conducente che dopo un’oretta torna seguito dalla famigliola a recuperare il mezzo, come se nulla fosse. In aggiunta, che vogliamo dire della signora anziana che si sporge in mezzo alla fila abusiva di auto per controllare se può attraversare indenne visto che la visuale è problematica proprio a causa delle vetture posteggiate male? Paradosso.
E se passa una carrozzina? E se piove? E se ci sono scolaresche in gita che visitano il centro storico? Niente paura, Corso Mazzini direzione Porta Romana a piedi, sotto l’acquazzone, diventa un survivor game tra pozze, strettoie, sbarramenti, piscine, passerelle, mezzi parcheggiati alla meno peggio e ruscelli dalle grondaie.
Ma la lista horribilis è lunga e impossibile da riassumere per intero. Valga però come chicca finale, a mo’ di esempio, quanto accade intorno ad alcuni momenti (un esempio, la bellissima Chiesa di San Giacomo, in Largo della Fortuna o, in passato, la Chiesa di Sant’Agostino) spesso “ostaggio” delle auto posteggiate tutto intorno, che a volte arrivano anche sin davanti al portale d’ingresso.
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