di Maria Nerina Galiè
Indennità sui tempi di vestizione, ora non è il tempo di capire se l’accordo sindacale firmato a dicembre sia valido oppure “farlocco”: a preoccupare gli operatori sanitari di Ast Ascoli è la data del 21 maggio, che manderebbe in prescrizione la possibilità di richiedere quanto dovuto dal 21 maggio del 2018 ad oggi.
Ma i sindacalisti si sono dati da fare per scongiurare il rischio di perdere le spettanze previste dal contratto.
E’ stato il Nursind a non andare per il sottile, inviando una diffida all’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli – tramite il legale del Nursind nazionale Carmine Ciofani – corredata di circa 600 firme allegate. La misura, valida anche per interrompere la prescrizione, è il primo passo verso un’altra causa legale in caso di mancato riscontro.
Tutte le altre sigle sindacali invece hanno raccolto, da parte dei dipendenti, “l’interruzione della prescrizione”, cioè un foglio con il rinnovo della richiesta dell’indennità, debitamente protocollata.
Un lavoro certosino anche per gli addetti al protocollo dell’Azienda picena che si sono visti riversare oltre 1.000 documenti in pochi giorni.
Nonostante le rassicurazioni dell’assessore regionale Saltamartini, sul fatto che quanto spettante sarà riconosciuto ai lavoratori di Ast Ascoli, non è arrivato nessun segnale in tal senso, né dalla Regione né dagli attuali vertici della Sanità locale.
Passi avanti, ma non in senso risolutivo, anche sul fronte delle Progressioni orizzontali (Peo), le cui graduatorie sono al centro di un’altra vertenza sindacale.
Sempre il Nursind, guidato da Maurizio Pelosi, sta affilando le armi per presentare ricorso a nome di oltre 200 dipendenti che ritengono lesi i loro diritti e riconoscimenti per come sono stati conteggiati gli anni di impiego.
Per adesso, l’avvocato del sindacato nazionale – in questo caso Domenico De Angelis – ha presentato la richiesta di accesso agli atti, finalizzata appunto ad un successivo ricorso.
Insomma, nessuna tregua nella battaglia dove presumibilmente l’Ast potrebbe uscirne “bastonata”, i dipendenti forse soddisfatti economicamente, ma stufi e delusi di dover sempre battere i pugni per ottenere ciò che spetta loro da contratto.
Un esempio, restando in tema. Le indennità sui tempi di vestizione sono state pagate fino al 2018 a suon di battaglie legali con l’ex Area Vasta 5. Circa 140 persone sono rimaste fuori, perché a suo tempo non aderirono alla vertenza: oggi è in corso la causa per il riconoscimento, promossa a nome loro dal legale del Nursind.
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