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Valeria Vitelli, obiettivo Teatro alla Scala

LA 25ENNE pianista ascolana uscita dal Conservatorio torinese “Giuseppe Verdi”, studia ora da maestro collaboratore nell’Accademia del teatro italiano più prestigioso. I complimenti di Giancarlo Premici, presidente del Corpo Bandistico “Città di Offida”, che l’ha vista crescere. La necessità dei Licei musicali per riuscire ad accompagnare i giovani talenti fino al Conservatorio
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di Walter Luzi

 

Valeria e il suo pianoforte. Amore senza fine. Come capita a tanti altri di riuscire a fare di una passione artistica, la musica in questo caso, la propria professione. Capita, di solito, a quelli più dotati da madre natura, ma anche a quelli che si applicano e studiano con maggiore tenacia, che non smettono mai di crederci.

 

Valeria Vitelli, venticinquenne ascolana, è solo ai primi passi ai più alti livelli, ed il cammino è ancora lungo per lei. Però promette bene. Una delle prime tappe importanti del suo percorso artistico è stata la sua esibizione vissuta ai Pomeriggi del Conservatorio a Torino. Platea vasta, competente ed esigente. Sul palcoscenico con lei e il suo pianoforte, la grande orchestra del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, uno dei più prestigiosi d’Italia, diretta dal maestro Giuseppe Ratti. Diretta web sul canale YouTube dell’Istituto, ricco il programma della serata. Un appuntamento importante.

 

Valeria non ha deluso le attese. Pregevole e non certo di facile intepretazione il suo lungo assolo con Rhapsody in Blue di George Gershwin. Per il richiesto bis Valeria ha proposto poi l’opera 28 di Robert Schumann. Lunghi applausi hanno salutato la fine delle sue performances. Per il suo debutto presenti fra il folto pubblico, più emozionati di lei, il papà Paolo, la mamma Federica e la sorella minore Claudia.

 

E’ stato proprio il papà, un impiegato bancario, a trasmetterle la passione per la musica. Lo accompagnava sempre infatti, fin da piccolina, alle prove del famoso Corpo Bandistico “Città di Offida”, nel quale lui, musicista autodidatta con il suo clarinetto, era stato accolto. Avrebbe voluto iniziare subito anche lei, perché in orchestra c’era bisogno di un flauto traverso. Ma il fiato dentro quella sua ancora troppo piccola cassa toracica non le sarebbe proprio bastato. All’Istituto musicale ascolano “Gaspare Spontini” ripiega allora, in attesa di crescere, sulle tastiere. Sotto la guida della professoressa Maria Puca completa il ciclo pre-accademico di pianoforte fra il benemerito Istituto ascolano e il Conservatorio “Rossini” di Pesaro. Due lustri di studi portando avanti di pari passo, con successo, i suoi studi al Liceo Classico.

 

Valeria al suo pianoforte

Nel Corpo Bandistico di Offida esordirà a dieci anni con il suo flauto traverso, oppure alle tastiere, a fianco del papà. Le loro orme seguite anche dalla sorella più piccola di Valeria, Claudia, allieva anch’essa, a soli otto anni, in clarinetto, dello “Spontini”, e componente della popolare banda musicale offidana anche lei.

 

Ora per Valeria Vitelli, dopo il perfezionamento all’accademia musicale di Pinerolo, e i master class a Foligno e Roma con il grandissimo maestro Fausto Di Cesare, si potrebbero aprire orizzonti nuovi. Si è iscritta infatti al primo anno del corso specifico per “Maestro collaboratore” presso l’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Uno dei più grandi e noti d’Italia.

 

Giancarlo Premici

«Valeria, come pochi altri – commenta il presidente del corpo bandistico “Città di Offida” Giancarlo Premici – è stata bravissima a portare avanti tutti i suoi percorsi scolastici. Non è facile. Perchè in assenza di Licei musicali che consentano di mantenere accesa la propria passione all’interno di un corso di studio superiore dedicato, molti adolescenti, pure dotati di talento, perdono contatto con il mondo della musica, si smarriscono lungo la strada prima di arrivare al Conservatorio. E nelle Marche, purtroppo, ce ne sono solo due, a Pesaro e a Fermo. Alcuni comuni, come il nostro e quello di Ascoli, hanno istituito degli indirizzi musicali nelle scuole Medie. Le ultime, improvvide, riforme scolastiche hanno però generato un vuoto in quell’età cruciale per l’apprendimento, che va dai tredici ai diciotto anni. Un tempo morto che le realtà private, spesso sorrette da appassionate forme di pseudo-volontariato, stentano a riempire».

 

Valeria il giorno della laurea al Conservatorio di Torino con la sua famiglia


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