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Capalbo, un mese e mezzo di stallo oppure la spinta per risollevare le sorti della Sanità picena prima dell’arrivo del direttore? 

ASCOLI - Alla direttrice Inrca è stato affidato un compito arduo, in un momento ancor più delicato come l'estate. E sono tante le questioni che affliggono l'Ast e non possono essere rimandate all'arrivo del nuovo direttore generale designato dalla Regione, Nicoletta Natalini. Basti pensare alla carenza di personale al Pronto Soccorso di San Benedetto. Intanto i sindacalisti vogliono incontrare il commissario 
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Maria Capalbo

di Maria Nerina Galiè

 

Un mese e mezzo per risollevare le sorti della Sanità picena. E’ questo il tempo che ha a disposizione Maria Capalbo, il nuovo commissario straordinario di Ast Ascoli, prima dell’arrivo del tanto sospirato direttore generale Nicoletta Natalini.

 

E ci sono questioni che non possono essere rimandate.

 

La dottoressa Nicoletta Natalini, medico, arriverà da Reggio Emilia, dove è direttore sanitario della locale Ausl, il 17 luglio. Ha accettato l’incarico, ma forse nemmeno si aspettava di doversi spostare così lontano da casa quando ha deciso di partecipare alla selezione regionale.

Dovrà avere il tempo di organizzarsi, e lo farà in questo frangente, ma anche di guardarsi intorno e capire su che terreno si dovrà muovere, per i prossimi tre anni. Avrà due, forse tre settimane prima delle ferie estive.

 

E nel frattempo?

 

La delusione dei sindacati, che pensavano di poter avviare a soluzione tutte le vertenze (o almeno quelle che sembravano ad un passo, come l’indennità sui tempi di vestizione), è stata forte.

 

Molti dipendenti sono ancora un po’ frastornati. Non ci sono solo le questioni economiche – pure importanti – da risolvere (la storia delle progressioni orizzontali, tanto per citarne un’altra): si avvicinano le ferie e alcuni reparti sono critici. Basti pensare al Pronto Soccorso dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, ormai prossimo all’assalto dei turisti, ma con personale del tutto insufficiente (leggi qui). Anche quello di Ascoli, non se la passa bene a livello di carichi di lavoro e turni da coprire.

 

Dopo Vania Carignani, all’Ast di Ascoli è stato “appoggiato” Roberto Grinta, commissario di Ast Fermo. Nessuno si aspettava grandi passi avanti. Anche perché la nomina del direttore era ormai dietro l’angolo. Ed invece questo non è accaduto e, nel frattempo appunto, è arrivata l’estate.

Pensiamo agli oltre 200 operatori a tempo determinato, i cui contratti (lo scorso 30 aprile) sono stati prorogati soltanto per due mesi, cioè fino al 30 giugno.

 

Pensiamo alla querelle sugli incarichi di funzione: ci sono professionisti che stanno ricoprendo il ruolo per puro senso del dovere, nessun titolo a sancire l’oneroso impegno, nessun riconoscimento economico. E qui, ma non solo, c’è di mezzo il tribunale.

 

A Maria Capalbo, medico, direttore dell’Inrca di Ancona, ex commissario straordinario di Ast 1 Pesaro, dove è stata per anni direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Marche Nord, non manca certo l’esperienza. Non è stata quindi scelta a caso dalla Regione. Bisogna però capire, da parte della Regione, dove vuole andare a parare.

 

L’esperienza infatti può non bastare senza la volontà politica ed il supporto economico per dare una sterzata alla situazione. E non si tratta solo di calmare gli animi dei sindacalisti “aizzatori”.

 

Il malumore serpeggia tra i dipendenti ed i servizi, o disservizi (non per cattiva volontà ma proprio per mancanza di risorse), potrebbero ricadere sui cittadini.

 

Tutti i rappresentanti sindacali chiedono a gran voce un incontro urgente con il commissario Capalbo. Giusto da parte loro, per ritirare fuori ogni particolare della nutrita vertenza. E ci vorrà tempo tra convocazione, disamina dei problemi e soluzione. Quindi, una mossa del tutto inutile.

 

Due gli scenari possibili, quindi.

 

Il primo, che per un mese e mezzo ci si trascina nei soliti guai, sperando di non affondare in estate, utenti compresi.

Oppure, lo scenario ottimista, Maria Capalbo sa già tutto ed è stata chiamata proprio per appianare almeno i problemi più stringenti, prima dell’arrivo della Natalini e che questa dovrà rappresentare “la svolta”, il “punto zero” per una Sanità, quella picena, per troppi anni  tenuta in poca considerazione.

Staremo a vedere.


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