di Maria Nerina Galiè
Punto Salute Inrca a Paggese di Acquasanta, al centro dell’area interna del Piceno e del cratere. All’inaugurazione di oggi, domenica 25 giugno, accanto al commissario straordinario di Ast Ascoli e direttore generale Inrca Maria Capalbo, non potevano mancare il sindaco di Acquasanta, Sante Stangoni, di Ascoli, Marco Fioravanti ed il commissario alla Ricostruzione Guido Castelli.
La scelta è ricaduta su Acquasanta perché, come ribadito da molti, è uno dei comuni con la più alta percentuale di popolazione anziana, il 33% contro il 25% della media regionale.
«Oggi – ha detto il sindaco Stangoni – è una giornata importante, non solo per Acquasanta, scelta nel Piceno, insieme ad altre 4 località nelle Marche.
Con questo nuovo servizio riusciremo a superare il problema delle liste di attesa, con il cittadino che potrà prenotare qui la prestazione, con la semplice ricetta del medico di famiglia. E’ un passo avanti fondamentale per avvicinare il sistema sanitario ai cittadini e che dimostra attenzione per i territori».
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«Da tempo – ha commentato il sindaco Fioravanti – portiamo avanti un disegno socio sanitario di prossimità, ostacolando l’ospedale unico e implementando i servizi nelle aree interne.
Quello di oggi è un progetto innovativo, attraverso la telemedicina, con un punto fisso a cui rivolgersi ed un infermiere che diventa punto di riferimento.
Un servizio che permette di orientare la diagnosi precocemente e, di conseguenza, accelerare la cura».
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«Non posso che congratularmi con la dottoressa Capalbo che, con il piglio che le è proprio, è riuscita a mettere a terra un servizio atteso da tempo.
Come commissario sisma – sono state le parole di Castelli – non posso che augurarmi la metodologia sia distribuita quanto più possibile sul territorio. Un territorio che stiamo ricostruendo risorse pubbliche e che quindi dobbiamo conservare rispetto problemi che ha: l’invecchiamento della popolazione ed il calo demografico.
I servizi sanitari, in particolare la prevenzione, rappresentano un modo di gestire al meglio la popolazione rimasta in queste aree, ma anche una risposta di sicurezza per le nuove famiglie.
Oggi si apre una bella pagina della storia della Sanità picena».
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